Politica

Legge elettorale, Balboni (FdI): "Preferenze con liste corte o Mattarellum"

Di Alberto Maggi

"Premio di maggioranza non oltre il 15% e almeno con il 40"

Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato ed esponente di Fratelli d'Italia, ad Affaritaliani.it


"Cominceremo a discutere della nuova legge elettorale dopo l'approvazione del premierato alla Camera, tra la prima e la seconda lettura della riforma costituzionale. Ritengo all'inizio del prossimo anno". Lo afferma ad Affaritaliani.it Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato ed esponente di Fratelli d'Italia. "Giorgia Meloni e tutti noi siamo a favore delle preferenze con liste corte, massimo 4, 5 o 6 candidati. Non di più e con circoscrizioni piccole, provinciali e per le province di più grandi come Roma, Milano, Napoli e Torino anche più di una. L'altra ipotesi è prendere la tesi del Mattarellum ovvero i collegi uninominali. Il principio è quello che il cittadino deve votare il candidato, come avviene alle elezioni regionali e comunali. L'esempio delle Europee non va bene perché le liste sono troppo lunghe".

Balboni poi spiega: "Il premio di maggioranza alla coalizione che vince non potrà superare il 15% e, a mio avviso, scatterà oltre il 40%, non sotto questa soglia. Tutte le liste, come alle Comunali e alle Regionali, saranno collegate al candidato presidente del Consiglio. Il meccanismo sarà lo stesso delle regioni e dei comuni sopra i 15mila abitanti".

Giorgia Meloni sarà la candidata premier del Centrodestra nel 2027? "E' il mio auspicio per l'Italia. I sondaggi contano poi la valutazione la farà la coalizione in quel momento. Ma oggi come oggi non c'è nessuno come lei che può ottenere un consenso forte e ampio dei cittadini. Non ci sono paragoni. Poi tra tre anni sarà un altro mondo e bisognerà vedere se lei ne ha ancora voglia, perché è un lavoro pesante, ma auspico per l'interesse dell'Italia e degli italiani che sarà ancora Meloni candidata e premier tra tre anni", conclude Balboni.




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