Politica
Liste Pd, Letta costretto alle modifiche. Esplode la grana Ceccanti-Fratoianni
Il segretario dem ha dovuto mettere di nuovo mano alle candidature dopo i tanti malumori. Amendola e Morani alla fine hanno cambiato idea
Liste Pd, rinunce e ripensamenti. Tra promesse da mantenere e incastri
Le elezioni del 25 settembre si avvicinano e soprattutto per i leader politici c'è un'altra data imminente da tenere presente, entro domenica prossima, infatti, scadono i termini per presentare le liste dei candidati e c'è un partito che su questo tema sta avendo grosse difficoltà: il Pd. Enrico Letta prova a stemperare la tensione, ma sono ancora molti i nodi da sciogliere non solo tra i dem ma anche all'interno della coalizione. "Abbiamo fatto bene a muoverci in anticipo, così da potere sistemare e limare le ultime posizioni", ha detto ieri in una call con il Nazareno da Pisa il leader del Pd. Scoppia - si legge su Repubblica - la grana Ceccanti-Fratoianni, che sarà risolta entro oggi. In palio c’è il collegio Pisa-Camera, ritenuto tra i contendibili, che in uno schema iniziale doveva andare al segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, pisano. Ma il parlamentare uscente di quel seggio è il costituzionalista dem Stefano Ceccanti, anche lui pisano.
Enzo Amendola, ex sottosegretario dem agli Affari europei, alla fine - prosegue Repubblica - accetterebbe il collegio Campania-Senato. E tra le candidature di coalizione, oltre a quelle blindate di Emma Bonino (a Roma centro per il Senato, pronta a sfidare il leader di Azione Carlo Calenda) ci saranno in posizione sicura Simona Viola (Senato Rimini) e di Giordano Masini (Pesaro-Camera). Aperti ancora i seggi uninominali in Sicilia, dove potrebbe correre a Siracusa l’ex ministra della Scuola Lucia Azzolina di Impegno civico. Per Luigi Di Maio c’è il collegio Camera di Napoli-Pomigliano d’Arco. Si parla di un uninominale in Veneto invece per Federico D’Incà, ex ministro grillino. Tra malumori e scontri, sono rientrate alcune candidature rifiutate. Come quella di Alessia Morani che aveva detto no al posto nell’uninominale a Pesaro e terza nel proporzionale Marche. Pressing e dichiarazioni di stima e perciò assicura: "Non posso rimanere in panchina nella partita più importante che dobbiamo giocare per il nostro Paese".