Politica

Becchi: "M5s, capo politico? Non esiste più. I dissidenti possono restare"

di Paolo Becchi

La figura del 'capo politico' è stata eliminata dalla base con un voto su Rousseau. Crimi non può cacciare i senatori dissidenti. Cul de sac pentastellato

Appena approvata la modifica dello Statuto il M5S -  con un voto in rete tra gli iscritti che segna  la disaffezione della base dal partito - scivola su una pietra d'inciampo non da poco: la mancata previsione di una norma transitoria che disciplini l'interregno tra la eliminazione della carica di Capo Politico e la nomina dei componenti del Comitato Direttivo, non è certamente superabile dall'interpretazione dell'art. 7 dello Statuto fatta da Beppe Grillo, che riguarda la diversa ipotesi in cui manchi un componente del Comitato e non già l'intero collegio, che non può essere surrogato ad interim da un solo soggetto.

Non intendo cavare le castagne dal fuoco ai pentastellati e rimango pertanto curioso di vedere cosa escogiteranno per venir fuori da questo cul de sac, che del resto l’amico avv. Lorenzo Borrè aveva previsto e predetto già in occasione della prima tornata assembleare.

Una ulteriore riflessione ci è venuta in mente in queste ore. Trascuriamo pure il fatto che senza neppure passare dai Probiviri, Crimi, che è altresì Presidente del Comitato di Garanzia, abbia già deciso la massima sanzione, vale a dire l’espulsione in una situazione molto controversa, dal momento che il presupposto per partecipare al nuovo governo era l’esistenza di un nuovo Super Ministro che non c’è e concentriamoci su un altro punto.  

Il regolamento del gruppo parlamentare M5s del Senato prevede che l’espulsione dei senatori venga ratificata da una votazione on line da parte degli iscritti, tranne nel caso in cui avvenga su richiesta del Capo politico. Ma il Capo politico non c’è più, perché non è previsto dal nuovo Statuto, che non prevede norme transitorie.

Grillo si sta arrampicando sugli specchi. I quindici dissidenti non possono essere espulsi e comunque avranno tutti i diritti per far valere le loro ragioni, e anzi alcuni di loro - che sono esponenti storici del MoVimento - potrebbero persino prendere in considerazione l’idea di presentarsi per entrare a far parte del Comitato direttivo. Non sarebbero più Senatori, ma pur sempre ancora attivisti. O Grillo a questo punto bloccherà anche l’elezione di tale direttivo? Grillo ha perso il controllo. Questa è la realtà.