Politica

M5S a rischio implosione. Ecco perché la votazione bis può far saltare tutto. Via Conte se... Ed è allarme nel Pd

Di Alberto Maggi

"Pasticcio" a 5 Stelle. Nuovo voto online dal 5 all'8 dicembre

Il punto chiave sarà raggiungere il quorum nella votazione bis


Una pasticcio. Anzi, un errore clamoroso che si poteva evitare prima che la frittata fosse fatta. Fonti ai massimi livelli del Movimento 5 Stelle, a livello parlamentare, si chiedono come sia possibile che Giuseppe Conte e i suoi vicepresidenti non avessero ipotizzato che, in base allo statuto, Beppe Grillo potesse richiedere la votazione che domenica scorsa al Palazzo dei Congressi di Roma ha sancito la fine del grillismo con l'eliminazione della figura del garante.

Ed è proprio questo il fattore scatenante, molti si sarebbero aspettati una riduzione ulteriore dei poteri di Grillo, una sorta di padre nobile quasi senza poteri, ma non la sua totale cacciata. E ora? La nuova votazione sui quesiti della Costituente M5S chiesta dal garante si terrà dal 5 all'8 dicembre, ma ancora non è chiaro se solo sulla figura del fondatore, se solamente sul codice etico o se addirittura su tutto il pacchetto completato votato lo scorso weekend che ha sancito la svolta contiana del M5S.

E quindi anche la decisione di collocarsi anche se in modo autonomo nel fronte progressista. Il problema adesso sarà il raggiungimento del quorum dei votanti. Lo scorso fine settimana c'è stata una quattro giorni intesa di dibattiti su varie tematiche ma riportare al voto più della metà dei 90mila iscritti - operazione anche costosa economicamente con la piattaforma da riattivare e le mail da inviare - non sarà affatto facile. Anche perché i tempi stavolta sono strettissimi e non come nel caso precedente preparati da diverse settimane. Se dovesse rivincere l'ex premier nulla cambia. Anzi sarebbe ancora più forte.

Ma il timore non è tanto che perda ma che non si riesca a raggiungere il quorum della metà più uno dei votanti-militanti online. E in quel caso sarebbe davvero la fine. Probabilmente la fine dello stesso Movimento perché verrebbe cancellata la svolta di domenica scorsa, Grillo riavrebbe il suo ruolo e questo reset - nel M5S ne sono certi - Conte lascerebbe la guida sbattendo la porta. Al momento non sembra esserci nessuna figura in grado di sostituirlo, nemmeno Chiara Appendino poco amata da molti parlamentari 5 Stelle del Sud e che tra l'altro ha pessimi rapporti con il Partito Democratico visto che quando era sindaco di Torino aveva i Dem all'opposizione.

E proprio nel Pd c'è grande preoccupazione per la maionese impazzita a 5 Stelle. Elly Schlein domenica aveva tirato un sospiro di sollievo e già si preparava a trattare con Conte per le prossime Regionali e in prospettiva per un'alleanza politica. Adesso tutto è in alto mare con il grosso rischio che Conte se ne vada e il M5S imploda. Una parte dei voti pentastellati - stando ai sondaggisti - potrebbero andare allo stesso Pd o ad Alleanza Verdi Sinistra ma molti altri potrebbero finire nell'astensione o in partiti minori come Sud chiama Nord o Democrazia Sovrana Popolare. Insomma, proprio un pasticcio.

ECCO PERCHE' IL M5S DEVE RIVOTARE - "Il perché Grillo si affidi alla ripetizione della votazione dell'assemblea è semplice. Lo statuto attuale del movimento 5 stelle, congegnato da Conte e da Grillo, prevede che in caso di una delibera dell'assemblea costituente del Movimento 5 stelle non condivisa dal garante, cioè Grillo stesso, questi abbia il potere di richiedere una ripetizione della votazione". Così Lorenzo Borrè, storico avvocato dei 'dissidenti' pentastellati, ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione '5 Notizie'.

Chiesta la sua opinione su Grillo, Borrè ha risposto "credo voglia testare l'influenza che ha su chi ha votato contro questa decisione visto che una consistente parte dei componenti si è dichiarata contraria. Oggi il rischio è che la votazione si ripeta nello stesso modo ma, col passare del tempo e confidando nell'astensione di alcuni membri, le cose potrebbero cambiare e lui si affida a questo". Riguardo il tema della titolarità del nome e del simbolo del movimento, l'avvocato Borrè afferma "sono a conoscenza del fatto che dovrebbe essere una scrittura privata tra Grillo e l'associazione Movimento 5 stelle oggi presieduta da Conte, che cederebbe i diritti del nome e del simbolo al movimento da parte di Grillo. Il problema è che questa scrittura non è stata resa pubblica, perciò -precisa - fino ad allora ciò che fa giurisprudenza è una sentenza il cui oggetto è proprio la titolarità di nome e simbolo, che stabilisce entrambi come proprietà di Grillo. Se poi ci sia un contratto di cui non siamo al corrente e su cui fare affidamento, non possiamo saperlo".

Borrè termina il proprio intervento commentando lo statuto attuale del movimento "come detto, sicuramente siamo vicini alla scrittura di un nuovo statuto, ma mi preme dire come in prima persona ho potuto constatare che in quello attuale, cioè quello che ha dato i poteri a Conte, ci siano dei vizi di approvazione evidenti".

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