Politica

M5s, cresce l'ipotesi scissione. Casaleggio-Di Battista, uno su sei è con loro

Il fronte "governativo" è più ampio, ma senza 15-20 senatori l'Esecutivo rischia di non avere più i numeri

M5s, cresce l'ipotesi scissione. Casaleggio-Di Battista, uno su sei è con loro

In casa M5s ormai non c'è più pace, ognuno dice la sua in ordine sparso, si litiga su tutto. Per questo avanza sempre di più l'ipotesi di una scissione. Uno scenario che potrebbe subire una accelerazione nelle prossime settimane. L’ala che vede come catalizzatori — per motivi diversi — Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista è una minoranza nel gruppo parlamentare, come si legge sul Corriere della Sera: c’è chi assicura che ci siano una trentina di deputati e tra i quindici e i venti senatori pronti a dire addio, tutti accomunati dall’idea che "il Movimento abbia tradito sé stesso". Numeri esigui rispetto alla truppa di circa trecento parlamentari, ma che potrebbero avere un impatto importante specie a Palazzo Madama (anche in caso di un cambio negli equilibri della maggioranza di governo giallorossa).

L’ala che chiede un ritorno alle origini - prosegue il Corriere - risulta ancora più incisiva a livello regionale. Il momento della scelta cadrà più o meno a ridosso del voto delle Regionali e per ora le fughe in avanti di chi vorrebbe un cambio di passo sono frenate. All’orizzonte in realtà - prosegue il Corriere - si prepara un’altra battaglia tra i due gruppi: quella sui ritardatari delle rendicontazioni. Il gruppo frondista — alla luce anche delle ultime polemiche —chiede rigore: nessuna deroga stavolta per chi è in ritardo di mesi con una delle norme «identitarie» dei Cinque Stelle. I governisti, invece, temono di perdere numeri preziosi per l’esecutivo e vestono i panni delle colombe.