Politica
M5s, Di Battista vuole la leadership; la scalata comincia dalla Campania
Il presidente di Rousseau non molla la presa e mantiene la linea dura. Con lui Di Battista che vuole prendere in mano i pentastellati
"È chiaro che Casaleggio voglia concentrare tutto il potere su di sé e sull'associazione Rousseau di cui è presidente a vita. Il Movimento deve necessariamente trasformarsi con una struttura chiara e democratica, probabilmente con struttura partitica. È necessario decentrare il potere. Non è pensabile stare al Governo con il caos che regna attualmente nel Movimento", è quanto afferma il deputato Fabio Berardini, commentando l'intervista al Corriere della Sera di Davide Casaleggio, il quale ha bocciato l'ipotesi di una "segreteria partitica" e ribadito il suo no all'abolizione della regola dei due mandati.
All'interno del Movimento 5 stelle è in atto una battaglia senza esclusione di colpi. Nessuno molla di un centimetro rispetto alla propria linea, i filo governativi vogliono ridimensionare il ruolo di Davide Casaleggio, il presidente della piattaforma Rousseau. Mai il figlio del fondatore Gianroberto non ha intenzione di cedere il passo e anzi fa la voce grossa. "Spero vivamente - ha spiegato Casaleggio al Corriere della Sera - che questa fase di confronto non diventi solo un modo per ratificare quesiti già scritti o decisioni già prese. Mi piacerebbe ci fosse un dibattito sulle idee sul futuro dell’Italia e non sulle poltrone. Magari anche su quali investimenti del Recovery fund possano avere un maggior moltiplicatore in termini occupazionali, di fatturato per i settori e di valore per il Paese".
"Il terzo mandato - prosegue Casaleggio - è un problema solo per chi non vuole rispettare gli impegni presi o i principi del M5s . Molti parlamentari con cui ho avuto modo di parlare sono pronti a mettersi a disposizione per poter passare le esperienze accumulate alle persone che tra due anni entreranno nelle istituzioni al loro posto e auspicherebbero un programma più strutturato di passaggio di testimone virtuale. Si riconoscono facilmente, solitamente sono quelli che lavorano, rispettano le regole e non sono ossessionati dal parlare di poltrone ogni giorno".
Chi ha un mandato ancora a disposizione - secondo le regole interne del M5s - è Alessandro Di Battista che lancia la sfida per la leadership partendo dal feudo pentastellato della Campania. L’ex parlamentare grillino infatti, ha raccolto le prime adesioni. “Domenica 18 ottobre alle ore 20:30 si terrà un incontro regionale rivolto a tutti gli attivisti e portavoce del Movimento 5 Stelle, per discutere con Alessandro Di Battista della sua agenda politica. L’idea è cercare di evitare troppi interventi e di limitarli ai “rappresentanti” dei gruppi che hanno sviluppato proposte e idee in vista degli Stati generali”, ha annunciato su Facebook Maria Muscara’, consigliere regionale del M5s in Campania, molto vicina al facilitatore Luigi Iovino, braccio destro del ministro degli Esteri in Campania. Dibba punta a strappare Iovino alle truppe di Di Maio.
"Il M5s - spiega ancora Casaleggio, alleato di Di Battista in questa battaglia interna - ha il maggior tasso di collegialità dello scenario politico italiano. Le scelte importanti sono prese da decine di migliaia di persone assieme. Da nove mesi il M5s si è già dotato di un’organizzazione collegiale di 200 persone, è il Team del Futuro battezzato da Luigi Di Maio e confermato da Vito Crimi a inizio anno. Un team coordinato da 18 persone. La soluzione più semplice credo sia chiedersi se questa organizzazione distribuita e capillare abbia bisogno di evoluzioni senza dover ogni volta cancellare quello che si è già fatto e ripartire da zero. In alcune interviste ho visto proporre segreterie partitiche che dovrebbero prendere le decisioni su candidature, programma e regole del M5s al posto degli iscritti. Questo snaturerebbe il M5s e ovviamente sarei contrario".