M5s, ultimo stratagemma? Sdoppiarsi per riconquistare il voto dei delusi
Elezioni 2018: dopo il 4 marzo nascerà un"nuovo" Movimento di Grillo e Di Battista in (apparente) contrasto con quello di Di Maio e Casaleggio jr?
A ridosso delle Elezioni del 4 marzo, lo scandalo Rimborsopoli va a colpire un M5s che oscilla pericolosamente verso la scissione. Malgrado i sondaggi non sfavorevoli, la popolarità di Luigi Di Maio all'interno del Movimento non è certo alle stelle (e lo dimostrano gli esigui 490 voti alle primarie interne) e sono in molti a lamentarsi delle ambizioni del candidato premier, sulle cui fiamme soffiano nel contempo quelle di Davide Casaleggio, mai molto amato dai grillini duri e puri.
Fra deputati e senatori pentatstellati che taroccano i bonifici (ultima confessione di Ivan Della Valle che, candidamente, ha affermato di alterarli con Photoshop) ed espulsioni pre-elettorali (inutili, in quanto gli espulsi sono perlopiù blindati nelle liste e quindi quasi sicuramente eletti), ed ex fidanzati con il nome d'arte accusati di appropriazione indebita (vedi caso di Giulia Sarti e del suo ex compagno Bogdan Andrea Tibusche, alias Andrea De Girolamo sul web), il fondatore Beppe Grillo è rimasto quasi in disparte, commentando amaramente quanto accaduto, ma piuttosto defilato.
Qualche tempo fa, Dagospia ipotizzò che Grillo stesse pensando a creare un nuovo Movimento assieme ad Alessandro Di Battista (e la sua rinuncia a ricandidarsi potrebbe essere vista in questo senso) in contrapposizione (almeno apparente) con quello ormai irriconoscibile del duo Di Maio/Casaleggio jr. La smentita ironica di Grillo fu piuttosto debole e non convinse i più.
Qualche tempo prima Grillo si era perfino distaccato dal suo stesso blog per crearne un altro (sempre apparentemente) indipendente. Peccato che tale "nuovo" blog sia amministrato dal fidanzato di una ex assistente di Roberta Lombardi, nonché candidata con il m5s in queste stesse elezioni. Rimane tutto in "famiglia" insomma.
Il punto cruciale è quindi il 4 marzo. L'esito delle elezioni sarà determinante per gli equilibri interni del m5s, e se il Movimento di Di Maio e Casaleggio jr. (già battezzato sacrasticamente "dimaiocristiano") dovesse deludere le aspettative, Grillo potrebbe giocarsi la carta Di Battista (incontaminato dal risultato elettorale in quanto non candidato) e capeggiare un "nuovo" Movimento con i valori e i princìpi delle origini (due mandati e stop, niente alleanze, uno vale uno et cetera) così da recuperare (o conservare) i voti dei delusi e dei grllini duri e puri che non hanno mai apprezzato il m5s Di Maio-Style che va a Londra a incontrare gli investitori stranieri o che va a pranzo con la Trilateral.
In ogni modo, i detrattori del m5s si preparino quindi a ritrovarsi grillini ed ex (almeno sulla carta) grillini tutti insieme appassionatamente nelle Istituzioni, grillini di lotta e di governo, grillini delle origini e grillini di nuova generazione fianco a fianco nelle stesse Camere o Consigli. Apparentemente contrapposti ma pur sempre, per quanto riguarda fedeltà e voti determinanti in aula, grillini.