Politica
Mafia, schiaffo della Cartabia alla politica: “Legge su pentiti da preservare”
Caso Brusca, per la ministra della Giustizia Cartabia la legge sui pentiti di Falcone "va preservata"
"Sui collaboratori di giustizia la norma è da preservare”, è questa la posizione della ministra della Giustizia Marta Cartabia, in audizione davanti alla Commissione Antimafia, dopo le polemiche fragorose per la scarcerazione di Giovanni Brusca. "Non sono insensibile al dolore dei familiari delle vittime davanti alla scarcerazione di Brusca", ha aggiunto, ricordando le parole pronunciate da Maria Falcone: "Mi addolora ma è la legge che va rispettata, una legge che ha voluto Giovanni Falcone". Uno schiaffo a tanti politici che in questi giorni si sono strappate le vesti ben sapendo da tempo che l’ex boss di San Giuseppe Jato sarebbe uscito dal carcere per il fine pena. E sull’ergastolo ostativo, altro nodo dirimente, l’ex presidente della Consulta ha riferito che “questa volta il Parlamento non dovrebbe mancare l'occasione di raccogliere l'invito della Corte costituzionale di rimuovere i profili di incostituzionalità" e "per scrivere nuove norme che tengano in considerazione le peculiarità del fenomeno mafioso e della criminalità organizzata".
Marta Cartabia e Nicola Morra (presidente della commissione Antimafia)
La modifica dovrebbe riguardare l'articolo 4 dell'ordinamento penitenziario, che esclude che possa essere ammesso alla libertà condizionale colui che in carcere per reati di mafia non abbia collaborato con la giustizia. "Si potrebbero prevedere specifiche condizioni e procedure più rigorose per l'accesso alla libertà condizionale e ad altri benefici in caso di condannati per reati di mafia", ha spiegato. Per la ministra è stata anche l’occasione di ribadire che sui fondi del Next Generation Eu destinati all’Italia, "non possiamo consentire che finiscano in mani sbagliate” e che “un'occasione di rinascita come questa sia inquinata da interessi illeciti”.
L'audizione della ministra della Giustizia Marta Cartabia. VIDEO
Proprio sul tema dei fondi in arrivo dall'Europa e del pericolo che questi vengano intercettati dalla criminalità organizzata, la ministra ha assicurato che "non saranno intaccati i poteri" dell'Autorità nazionale anticorruzione sottilineando "le parole di Palazzo Chigi". La questione legata al decreto Semplificazioni poggia su un timore: velocizzare l’attuazione delle opere previste significa depotenziare l'azione dell'Autorità anticorruzzione? Per la ministra non sarà così e ha aggiunto che "preziosi spunti" sul contrasto alla corruzione, "li avremo venerdì 18 giugno ascoltando la relazione annuale del presidente dell'Anac". Il "fronte" della lotta alla corruzione in ogni caso "resta di fondamentale importanza - aggiunge la Guardasigilli - perchè da tempo questo è uno dei principali canali di ingresso della criminalità organizzata di stampo mafioso nella gestione delle risorse pubbliche e nella economia legale".