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Politica

Manovra: governo incassa fiducia Camera, molte modifiche

 

Il governo incassa la fiducia in Aula alla Camera con 315 si', 142 no e 5 astenuti, su 462 presenti, 457 votanti, astenuti 5. Domani il voto finale a Montecitorio e poi il passaggio al Senato. Il testo contiene molte modifiche approvate nel corso della prima lettura parlamentare, alcune anche molto contestate. A partire dai nuovi voucher, il Libretto famiglia e il contratto di prestazione occasionale, che hanno messo a rischio la tenuta stessa della maggioranza. E poi la web tax transitoria, la collaborazione rafforzata tra il Fisco italiano e le imprese digitali con ricavi superiori al miliardo e che operano in Italia senza stabile organizzazione. E ancora: la cosiddetta 'tassa Airbn' sugli affitti brevi, la norma salva-direttori musei, presentata dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha bloccato le nomine di cinque direttori, il ripristino dei poteri dell'Anac e la sospensione delle rate della concessione dovute all'Anas dalla societa' che gestisce l'autostrada dei Parchi che collega Roma all'Abruzzo. Nel corso dell'iter alla Camera ha trovato spazio nel decreto anche la norma per il prestito ponte da 600 milioni di euro ad Alitalia e quella per istituire gli indici di affidabilita' fiscale che sostituiranno gradualmente gli studi di settore.

 

Manovra: anche al Senato Mdp pronto a sfilarsi, numeri risicati

 

Anche al Senato, come e' avvenuto oggi alla Camera, il Movimento dei democratici e progressisti e' orientato a non votare la fiducia sulla manovra che contiene la norma sui voucher, come gia' annunciato dalla presidente del Gruppo Cecilia Guerra. Una scelta che avra' ripercussioni sulla tenuta della maggioranza, che tuttavia dovrebbe superare, almeno sulla carta, senza incidenti il banco di prova del voto di fiducia. Da ricordare, pero', che al Senato l'astensione vale come voto contrario. Si tratta di capire, dunque, quale sara' l'atteggiamento di Mdp, se astensione o non partecipazione al voto. I senatori di Mdp sono in tutto 15 con l'arrivo dell'ex grillino Lorenzo Battista, ma potrebbero crescere ancora di una unita'. Cosi', se si fanno i calcoli, e dando per scontato che tutti saranno presenti, bisogna guardare ai 98 del Pd che invece voteranno a favore (il presidente del Senato, per prassi, non partecipa alle votazioni), cui si aggiungono i 25 senatori di Area Popolare, i 19 esponenti delle autonomie (ma il senatore Zin non ha sempre votato per il governo), i due senatori di Gal che generalmente votano a favore (Naccarato e D'Onghia), cui si potrebbe aggiungere un altro del gruppo. A questo, si sommano 9 si' del Misto, a considerare l'ultima fiducia votata a palazzo Madama, il tre maggio scorso, sul ddl concorrenza. Per un totale, sul pallottoliere virtuale, di 152-153 voti.

 

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