Politica
Manovra, ok della Camera: 312 sì. Tria: "Accordo con Ue possibile"
MANOVRA: TRIA, SERVE OK POLITICA MA ACCORDO CON UE POSSIBILE
MANOVRA: GIORGETTI, ENTRO LUNEDI' SI TIRANO FILA SU CONFRONTO UE
"Entro lunedì si tirano le fila. Sono fiducioso sulla ragionevolezza del governo italiano, spero in quella della Commissione". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, al termine del voto della Camera risponde ad una domanda sulla trattativa con l'Ue per evitare la procedura sui conti. "Nel frattempo arriveranno i calcoli di Ragioneria e Inps" sul reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, spiega. Infine alla domanda se ci sarà un vertice di governo prima che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferisca in Parlamento martedì risponde: "non è ancora in agenda, ma ci sarà per fare il punto".
Manovra, ok della Camera: 312 sì
Via libera della Camera alla manovra: con 312 voti favorevoli, 146 contrari. La legge di Bilancio adesso passa al Senato.
MANOVRA: TRIA, SERVE OK POLITICA MA ACCORDO CON UE POSSIBILE
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria lavora a tutte le opzioni nel tentativo di adeguare il maxi-deficit 2019 alle richieste Ue e scongiurare una procedura sui conti ma l'ultima parola spetterà alla politica, e dunque ai due azionisti del governo: Lega e M5S. "Stiamo studiando tutte le opzioni, stiamo vedendo gli spazi finanziari, stiamo facendo stime dettagliate", dopodiché "ci vuole l'accordo della politica", ammette Tria intercettato in Transatlantico a margine dei lavori dell'Aula chiamata ad approvare la Finanziaria. Reduce dalla Prima al Teatro della Scala di Milano, il ministro ieri ha potuto saggiare gli umori del gotha imprenditoriale italiano dove "c'è un clima di attesa", spiega, verso le misure del governo. Ottenuto il via libera a Montecitorio (previsto per le 16.15), la partita della manovra si gioca tutta al Senato dove si attendono le misure-chiave del governo giallo-verde, reddito e pensioni, e i correttivi per evitare la scure Ue. "Tutte le modifiche arriveranno al Senato, per forza, anche perché dopo è finita", osserva il titolare di via XX settembre, lasciando trasparire un filo di ottimismo nella trattativa con Bruxelles. "Un accordo con l'Ue è possibile". Certo "dipende da quello che succede da una parte e dall'altra" ma "l'Europa è in difficoltà in questo momento, in Francia ed in altri paesi, c'è un clima complicato e l'Europa non è forte". Intanto è stato fissato per mercoledì il bilaterale sulla manovra tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Ju
Da qui a mercoledì la maggioranza dovrebbe accelerare il confronto per trovare la sintesi sull'entità della riduzione del disavanzo 2019 al 2,4%. Bruxelles chiede un calo all'1,95%, 0,5 punti percentuali, in valori assoluti si tratta di circa 9 ml, i tecnici del governo stanno predisponendo tutte le simulazioni e combinazioni possibili, ma politicamente a molti appare impraticabile scendere oltre il 2,1% di deficit. Dall'entità del taglio dipende infatti l'intensità dei due interventi chiave di M5S e Lega, reddito e modifiche alla Fornero, i grandi assenti nell'esame di Montecitorio, nel corso del quale è stato possibile inserire solo la norma per 4mila assunzioni nei centri per l'impiego, anti-camera per attivare il reddito di cittadinanza. A Palazzo Madama il testo verrà praticamente riscritto dal governo con un maxiemendamento: l'esame riparte lunedì in commissione Bilancio e i tempi per il via libera dell'Aula sono strettissimi, visto che prima della pausa natalizia il ddl - modificato - dovrebbe tornare alla Camera per la seconda lettura. Ritardi a questa tabella di marcia potrebbero esporre l'Italia al rischio, comunque remoto, di incorrere nell'esercizio provvisorio.