Politica
Marina Berlusconi silura Meloni attaccando Trump. La figlia del Cav terremota il governo
Il ruolo di Gianni Letta e i rischi per la maggioranza. Inside
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Il ciclone Marina si abbatte su Palazzo Chigi. E si fa sentire
Il rischio che Donald Trump possa diventare "il 'rottamatore' dell'Occidente", poi "l'autocritica" che l'Europa dovrà fare se resterà esclusa dai negoziati sull'Ucraina, la denuncia della "concorrenza sleale" delle Big Tech, ma anche banche, matrimoni gay, suicidio assistito e immigrazione. Si snoda attraverso temi spiccatamente politici - e sulla politica è destinata a lasciare il segno - l'intervista di Marina Berlusconi sul Foglio in edicola oggi.
La primogenita di Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia, parla a suocera (Trump) per nuora (Giorgia Meloni) intenda. Fonti qualificate di maggioranza e opposizione leggono l'uscita di Marina come un "chiarissimo segnale" alla presidente del Consiglio.
Per la numero uno del gruppo Fininvest lo stretto legame tra la premier e il nuovo inquilino della Casa Bianca, visto il terremoto geo-politico dopo nemmeno un mese dall'insediamento con il recente attacco del vice di Trump J.D. Vance all'Unione europea alla conferenza di Monaco di Baviera, sono un avviso - se non avvertimento - della famiglia del Cavaliere a Meloni: non insegua il tycoon e si allinei alle decisioni di Bruxelles mantenendo forte e stretto il legame soprattutto con la Francia e la Germania, Paese dove, tra l'altro, il Biscione ha investimenti importanti e forti interessi economici nel settore dei media.
"Sembra quasi un manifesto per la discesa in campo in politica", commenta a microfono spento un senatore di Fratelli d'Italia. In realtà non è così. Marina non ha alcuna intenzione di prendere la guida di Forza Italia, che resterà saldamente nella mani di Antonio Tajani. Ma continuerà sia ufficialmente sia dietro le quinte a dettare la linea e fare pressing, insieme al potentissimo e influente Gianni Letta, che vanta stretti legami con il Quirinale, sull'azione dell'esecutivo. Il segnale che arriva da Arcore e dalla primogenita del Cav, condiviso anche da Piersilvio Berlusconi, è quello di non avere un'Italia in mezzo al guado, un po' con gli Stati Uniti e un po' con l'Unione europea.
Va bene il rapporto di ponte tra le due sponde dell'Atlantico, laddove la premier riuscisse davvero a giocare questo ruolo, ma sempre con la barra dritta e quindi con l'Italia pienamente inserita nell'Europa. Senza tentennamenti come quelli sui dubbi se andare a Parigi, poi caduti, al vertice di emergenza sull'Ucraina organizzato da Emmanuel Macron. E quando Marina parla delle Big Tech Usa è evidente il segnale anti Elon Musk e il suo modo da "sbruffone" di fare politica e business. Quindi altra stoccata a Meloni che proprio con il patron di Tesla che ottimi legami personali oltre politici.
Poi le parole sulle banche e quindi mai e poi mai tassare gli extra-profitti degli istituti di credito, tra i quali Mediolanum, battaglia che non a caso Forza Italia ha fatto e vinto nell'ultima Legge di Bilancio. E ancora i matrimoni gay e l'immigrazione. Altre stoccate, chiare e limpide contro la politica di Trump ma che sono anche un segnale al governo e in particolare alla presidente del Consiglio. "E' davvero inusuale che Marina si esponga in questo modo così esplicito su temi strettamente politici", sottolinea un deputato di Forza Italia vicino al vicepremier Tajani.
E quindi, se lo ha fatto, è perché ha capito che è il momento di intervenire anche per arginare il turbo-trumpismo di Matteo Salvini, l'altro vicepremier ancora più a destra e filo-Usa di Meloni. Le parole della primogenita di Silvio, insomma, sono destinate a pesare moltissimo sul dibattito politico e soprattutto sugli equilibri all'interno della maggioranza. Con Forza Italia pronta sempre di più ad alzare la voce e farla sentire forte. Sul piano internazionale con il legame stretto al PPE e quel "mai con le destre" in vista del voto di domenica prossima in Germania e anche sul fronte interno sia su temi economici che sui diritti.
A partire dall'immigrazione. Fibrillazioni e tensioni destinate dunque ad aumentare sempre di più nel governo e nella maggioranza che potrebbero mettere a rischio anche le riforme: da quella costituzionale sulla Giustizia al premierato, ormai arenato e quasi dimenticato, fino alla correzione dell'autonomia regionale dopo i rilievi della Corte Costituzionale. Il ciclone Marina si abbatte su Palazzo Chigi. E si fa sentire.
E a confermare la piena sintonia di Tajani con Marina arrivano le parole (condivise con il segretario di Forza Italia) del portavoce nazionale degli azzurri Raffaele Nevi: "Marina Berlusconi ha fatto una riflessione di altissimo profilo, in cui ha descritto i mali dell'Europa e ha sottolineato la necessità che l'Unione definisca una linea chiara su tutte le questioni più importanti: dalla politica economica al tema delle banche, dal ruolo delle big tech al nodo delle spese militari. Questa è la posizione che anche Tajani ha esplicitato più volte sul ruolo dell'Europa e sulla necessità che ci sia un confronto vero con gli Stati Uniti sulle questioni fondamentali e più delicate, a partire, appunto, dalle spese militari''. Un tema, quello delle spese militari, sottolinea Nevi, ''che vede l'Europa divisa e senza una linea chiara". ''Accanto a questo", dice Nevi, "c'è l'auspicio condiviso che Trump non spacchi l'alleanza occidentale ma faccia prevalere le istanze del dialogo rispetto agli annunci unilaterali e di rottura''.
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