Politica

Mattarella contro Musk. Meloni (delusa) abbassa i toni. Ma il Cdx prepara la "vendetta" politica contro il Presidente

Di Alberto Maggi

Lo strumento? La riforma della Giustizia e non il premierato

C'è tutto il capitolo della riforma costituzionale della Giustizia ancora da scrivere. Ed è lì - ragionano in FdI e Lega - che potrebbe arrivare la 'vendetta' per lo stop di Mattarella a Musk


Giorgia Meloni ha fatto buon viso a cattivo gioco. E dopo l'uscita pesantissima del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro Elon Musk e quei giudici 'pro-migranti' che "se ne devono andare", la premier ufficialmente ha parlato di "rispetto" per il Quirinale. E poi ha chiamato il capo di X e fedelissimo di Donald Trump per spiegargli i meccanismi della politica italiana e per quale motivo il Capo dello Stato sia intervenuto con quella durezza.

Certo è che dietro le quinte, a Palazzo Chigi e soprattutto in ambienti della Lega e di Fratelli d'Italia, resta forte lo stupore per la presa di posizione, addirittura con una nota ufficiale, del Colle contro Musk. Fonti di FdI sottolineano come in passato, anche di recente, quando da esponenti di governi europei di diverso colore politico (ad esempio Francia, Spagna e Germania) fossero arrivate non critiche ma insulti al governo e a Meloni non ci sia stata una difesa così formale e forte da parte del Quirinale del capo del governo e dell'esecutivo.

Che fare ora? Per il momento nulla, la premier - fredda nella risposta e delusa da Mattarella - non vuole aprire un altro fronte di scontro pure con il Colle. Ma qualcuno nella maggioranza già pensa a una sorta di 'vendetta' politica contro Mattarella, definito da fonti qualificate della Lega "vero capo dell'opposizione". Lo strumento per rispondere al Presidente non può essere il premierato perché il 18 giugno è già passato al Senato e la maggioranza non ha alcuna intenzione di modificare il testo, anche se la tentazione sarebbe forte per depotenziare il Presidente, per non allungare l'iter che dovrebbe tornare a Palazzo Madama sempre in prima lettura.

Però c'è tutto il capitolo della riforma costituzionale della Giustizia ancora da scrivere. Ed è lì - ragionano in FdI e Lega - che potrebbe arrivare la 'vendetta' per lo stop di Mattarella a Musk. Ci sono due punti in particolare: il Presidente della Repubblica potrebbe non essere più il capo di diritto del CSM, organo di autogoverno della Magistratura. Una svolta radicale che porterebbe alla presidenza un membro non togato e quindi scelto dal Parlamento.

L'altro possibile fronte di interventi riguarda la Corte Costituzionale. Oggi al Capo dello Stato spetta la nomina di un terzo (cinque) dei giudici della Consulta su un totale di 15. Gli altri vengono scelti dalle Camere e dalle toghe, cinque a testa. Nella riforma della maggioranza potrebbe esserci una diminuzione della quota spettante al Quirinale, se non l'azzeramento, a favore della nomina di natura politica (modello Usa con la Corte Suprema). Alla fine potrebbe anche non verificarsi questo scenario clamoroso, nel senso che Palazzo Chigi, quindi Meloni, potrebbero far presentare a qualcuno di Fratelli d'Italia e della Lega emendamenti in tal senso, per diminuire i poteri del Quirinale, ma poi complice anche il no (probabile) di Forza Italia ci sarebbe lo stop ufficiale della presidenza del Consiglio. Ma intanto il segnale, fortissimo e durissimo, contro Mattarella, sarebbe arrivato eccome fino al Colle più alto di Roma.

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