Politica
Maurizio Martina torna a Tor Bella Monaca

Prima "segreteria" del Pd in una periferia della Capitale
Maurizio Martina, segretario del Pd, ha una nuova segreteria nuova di zecca e quindi ha deciso di andarla ad inaugurare in un luogo consono e cioè in uno dei quartieri più difficili della Capitale, Tor Bella Monaca.
Dopo decenni di frequentazioni prestigiose negli attici milionari di Roma, quelli -per intenderci- multimilionari da cui sventolano le bandiere multicolore della pace, è ritornato alle origini e cioè quella periferia proletaria da dove il Partito comunista è partito tanti anni fa.
La sede simbolica in cui si è svolta questa prima segreteria induce qualche riflessione. Intanto pare che i vertici del Pd comincino a comprendere che se vincono solo nei quartieri ricchi dei centri storici delle grandi città ci deve essere qualcosa che non va e proprio queste “vittorie” sono la cartina di tornasole della sconfitta di un programma di sinistra e della trasformazione del partito in qualcosa d’altro, un ircocervo che rappresenta invece l’opposto.
Poi, come tutti gli atti simbolici, in sé valgono poco se non sono seguiti dalla sostanza e quindi il Pd rischia solo di aver fatto il bel gesto eclatante ma dal giorno dopo si torna ad essere coccolati dal centro storico di Roma, mellifluo e distruttivo. Più che queste “segreteria una tantum”, che possono anche apparire fastidiose proprio per il loro carattere mediatico e strumentale, il Pd dovrebbe mostrare di avere volontà di recuperare i valori per cui si è costituito. Basti guardare il Jobs act, l’atto sul lavoro del governo Renzi: fu la gioia di Confindustria, mentre l’attuale Decreto Dignità del governo giallo-verde ne è la sua disperazione e questo spiega pienamente il disastro del Partito democratico che di sinistra non c’ha più nulla.