Politica

Bonelli e Fratoianni come Melenchon? Al via "un progetto verde e progressista"

di Paola Alagia

L'alleanza tra Verdi e Sinistra Italiana può avere lo stesso successo della gauche francese? Ne parliamo coi leader: Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni


Nicola Fratoianni però rifugge dai parallelismi con la realtà francese: “Qualsiasi tentativo di immaginare proiezioni o trasposizioni è destinato a fallire, non funziona. Fatta questa premessa, è evidente che alla sinistra italiana manchi un Mélenchon e manchi un contesto come quello della Francia, segnato da forti conflitti sociali e lotte sindacali. La sinistra infatti cresce quando la società è viva, vitale”. Non solo, ma poi “c’è un modello elettorale diverso che rende molto differente la costruzione di una proposta politica”.

Una lezione, comunque, la si può trarre dal voto transalpino: “Ci insegna - continua Fratoianni - che una battaglia ha bisogno di contenuti, mettendo al centro diritti e giustizia sociale che sono stati relegati ai margini delle politiche pubbliche, finendo con l’accentuare le disuguaglianze, ma anche di forza. Quella che ha dimostrato Mélenchon, rendendo chiaro il voto per una proposta definita, un voto quale strumento concreto di cambiamento nella vita francese, oltre che utile a fermare la destra di Le Pen”.

La sfida adesso, a sentire Angelo Bonelli, è quella di costruire un’alleanza che alle prossime elezioni consenta a una lista verde progressista civica e sociale di ottenere un risultato elettorale importante. A queste amministrative abbiamo visto una miriade di liste civiche ecologiste e di sinistra che hanno fatto la differenza. Ecco, mettere in rete tale realtà può essere una operazione che per quanto ci riguarda può arrivare al 10 per cento e può rappresentare un elemento che, col suo programma, ridefinisce il perimetro della politica”.

E’ vero pure però che non si può non tener conto della geografia dei partiti nostrani. C’è innanzitutto il Pd, nel quale convivono diverse anime. Secondo Nicola Fratoianni, il discorso è semplice e vale per il Partito democratico come per le altre forze politiche, M5s incluso: “Il rapporto si costruisce su due assi: la comune volontà di evitare che l’Italia sia governata da una destra eversiva e nazionalista e naturalmente sui contenuti. Con un’ipotetica coalizione che dovesse avere quale punto qualificante, per esempio, la cancellazione del Reddito di cittadinanza sarebbe difficile immaginare una convergenza. Al contrario, invece, sì che si aprirebbe uno spazio per un percorso concreto. Che è un obiettivo. Non scontato, ma un obiettivo”.

La definizione di campo largo, tuttavia, non convince né Angelo Bonelli e né Nicola Fratoianni. “Io ho detto a Enrico Letta di non chiamarlo ‘campo largo’ perché rimanda a qualcosa di talmente ampio in cui possono entrare tutti - spiega il leader di Europa verde -. Siccome credo che le prossime elezioni saranno una sorta di referendum tra conservazione e innovazione, noi dobbiamo rappresentare l’alleanza per l’innovazione, l’alleanza di chi vuole mettere al centro la questione ecologica per dare una risposta alla crisi climatica, che è anche sociale, di chi punta a una politica energetica diversa, che non inquina, che mira a creare prospettive di lavoro, oltre che a una bolletta elettrica a basso costo”.

Le definizioni geografiche, “che si tratti di campo largo, ellittico o esagonale”, come detto, non appassionano neppure Fratoianni: “Per discutere di alleanze ritengo necessario uscire da simili caratterizzazioni per definire, invece, che cosa si coltiva nel campo, quali sono le piante nel campo. L’Italia - avverte il numero uno di SI - è ammalata di disuguaglianze e questa malattia non colpisce solo chi è più in basso nella forbice, ma in generale tutto il Paese”.

C’è infine un altro elemento da rilevare: in Francia, quasi tutte le forze di sinistra si sono presentate unite. Viene naturale, quindi, interrogarsi su quali dovrebbero essere i “confini” in Italia. C’è spazio per forze come Potere al popolo o Rifondazione comunista? Angelo Bonelli va dritto al sodo: “Non vogliamo costruire una realtà antagonista, ma una realtà politica che abbia un profilo di governo. Come i Verdi in Germania, per fare un esempio. Sempre che, ovviamente, gli elettori ce lo permetteranno. Non siamo, insomma, quelli che vogliono fare opposizione per forza. Del resto - rimarca -, il tema del cambiamento climatico impone misure di governo. Perciò, rispetto il progetto di Luigi De Magistris, di Potere al popolo e Rifondazione, ma non ci riguarda”.

Nicola Fratoianni, invece, ragiona in termini diversi: “Mai messo paletti, casomai ne hanno messi a me. Si tratta di definire una proposta efficace ed è proprio quello a cui stiamo lavorando insieme a Europa verde, con lo spirito di creare uno spazio aperto a forme di civismo politico. Attenzione: non c’è alcuna intenzione di schiacciare o inglobare nessuno. L’obiettivo è creare convergenze. Sono convinto, infatti, che dobbiamo sconfiggere la destra, ma perché siamo in grado di proporre un modello di governo. Tipo Podemos in Spagna”.