Politica
Meloni e Berlusconi alzeranno la voce con Salvini. Ok a Fitto in Puglia e...
Che cosa cambia nel Centrodestra dopo le elezioni regionali
Da oggi, lunedì 27 gennaio e a risultati delle elezioni regionali acquisiti, nel Centrodestra inizia un'altra storia. La Lega ha dimezzato i voti in Calabria rispetto alle Europee del 2019 e in Emilia Romagna ha fallito la spallata al Pd e al governo con Lucia Borgonzoni nettamente staccata da Stefano Bonaccini. Forza Italia al Sud c'è. Anzi, è rinata. Primo partito della coalizione in Calabria e, con le due liste 'sorelle', supera il 20% ed è nettamente la prima forza politica della Regione. Fratelli d'Italia continua la sua costante crescita, sia in Emilia Romagna sia in Calabria.
La strategia della coerenza, dei fatti e non delle urne di Giorgia Meloni ha pagato un'altra volta. A questo punto la Lega di Matteo Salvini non può più ballare da sola. L'ex ministro dell'Interno aveva trasformato la battaglia politica in una sorta di referendum su stesso: o io la sinistra di Conte e Zingaretti (5 Stelle scomparsi), cercando di oscurare gli alleati di Centrodestra. Così era successo ad esempio sul referendum elettorale per il maggioritario uninominale proposto dalle Regioni e poi bocciato dalla Corte Costituzionale che non era mai stato sostenuto convintamente da Berlusconi e Meloni.
Anche sul caso Gregoretti Salvini ha fatto tutto da solo facendo votare i senatori del Carroccio sì al processo nonostante il no degli altri partiti del Centrodestra. E poi c'è il capitolo delle candidature alle Regionali di maggio. Salvini non aveva dato l'ok ai nomi proposti dagli alleati perché sperava di utilizzare la forza del voto del 26 gennaio per ridisegnare la mappa decisa mesi fa, sottraendo una Regione a Forza Italia e la Puglia a Fratelli d'Italia. Questo schema ora non vale più. L'ex Cavaliere, con la forza del successo in Calabria pretenderà il via libera senza se e senza ma a Stefano Caldoro in Campania. E Meloni non accetterà altri distinguo sul nome di Raffaele Fitto in Puglia e di Francesco Acquaroli nelle Marche.
Il segretario del Carroccio sperava di egemonizzare la coalizione e di fare il pieno anche ai danni di Forza Italia e di Fratelli d'Italia. Le urne lo hanno smentito. E ora se non vuole rischiare di rompere il Centrodestra, che comunque dovrà presentarsi unito alle Regionali e alle Comunali di primavera se vuole sperare di competere con il Pd, dovrà necessariamente accettare le tesi di Berlusconi e Meloni. In Puglia, ad esempio, da FdI sottolineano la pazienza nei confronti dei tentennamenti leghisti quando sul nome di Fitto l'accordo nazionale c'è già da settimane, sancito con il vertice di Arcore di novembre.
Ora Salvini si è indebolito, Meloni rafforzata ulteriormente e Berlusconi (quasi scomparso in Emilia Romagna) è rinato al Sud. Non resta - a patto di mandare all'aria il Centrodestra - accettare i nomi proposti dagli alleati. Non è più Salvini contro tutti.