Politica
Meloni e la tripletta giudiziaria. Che cosa c'è dietro il silenzio leghista
Di Alberto Maggi
Giustizia, ordine tassativo dai vertici del Carroccio: non si parla
Dietro le quinte, ovviamente, c'è la partita delle Europee che hanno una valenza duplice. Da un lato c'è da costruire una maggioranza di Centrodestra anche in Europa, e qui le divisioni sono profonde con Antonio Tajani che continua a dire "mai con Le Pen e Afd", e dall'altro il dato delle urne (si voterà con il proporzionale e quindi tutti contro tutti) peserà moltissimo sugli equilibri nazionali e di governo. Dopo il magro risultato alle Politiche 2022, deludente, la Lega e Salvini - che secondo Swg sono tornati in doppia cifra al 10% - puntano a erodere consensi alla premier e a rilanciare i loro cavalli di battaglia, dall'autonomia alla flat tax passando per la riforma delle pensioni.
Pensando magari anche a un rimpasto che possa dare maggiore peso al Carroccio. La partita è delicatissima e le difficoltà di Fratelli d'Italia sulla Giustizia sono in qualche modo un'occasione per la Lega per tentare il recupero. Nessuna intenzione di far cadere il governo, nessuno Papeete bis, assicurano da Via Bellerio. Ma avanti con una linea autonoma, leale sul programma di governo, ma senza scendere in campo direttamente nello scontro con le toghe. Sia per non compromettere le riforme, anche della Giustizia, sia in prospettiva per cercare il colpaccio alle Europee e contare di più nella maggioranza e nell'esecutivo.