Politica
Meloni, la fiducia è al minimo storico. Privatizzazioni, maggioranza dice no
Sondaggio Termometro Politico. Le tabelle
Crollo della natalità, per la maggioranza assoluta degli italiani la causa è economica
In Italia è stato toccato un nuovo record negativo di natalità. Termometro Politico ha chiesto ai suoi lettori il perché di questo crollo. Tra le varie risposte, spicca su tutte quella riguardante la natura economica del crollo. “I figli costano sempre di più e il welfare a disposizione dei genitori è troppo limitato”. Molto staccate le altre risposte. Un 11,4% ritiene che i giovani semplicemente preferiscano fare altre esperienze, almeno fino a una certa età, e non pensano a diventare genitori.
Un 17,6% associa questo crollo di natalità, invece, a una cultura edonista, “che spinge i giovani a vedere la famiglia e la genitorialità come negativi”. Infine, quasi il 14% ritiene che il problema stia nella cultura del lavoro attuale, che impone di lavorare a tempo pieno e non lascia tempo per fare e curare una famiglia.
Identificata la causa, chiediamo sulla possibile ricetta per la ripresa della natalità.
Sondaggi termometro politico 5 Aprile
E giustamente, sulla falsariga della prima domanda, la risposta più gettonata su cosa si dovrebbe fare per indurre gli italiani a fare più figli è quella di “incrementare gli aiuti monetari e i servizi per le famiglie, incentivando economicamente e lavorativamente la genitorialità”. Una risposta data da addirittura il 62,3%. L’unica altra risposta rilevante è quella che chiede un cambio culturale, ovvero di “invertire la narrazione prevalente” facendo passare un messaggio positivo riguardo la genitorialità. Il resto delle risposte prende percentuali residuali.
Sondaggi termometro politico 5 Aprile
Una delle divisioni più importanti in campo di politica economica dai tempi di Reagan e Tatcher è quello riguardante lo Stato minimo e le privatizzazioni. Tema che torna ogni volta che un’Impresa pubblica o partecipata passa – o è in odore di – a una impresa privata.
In questo caso parliamo di Poste Italiane, la cui privatizzazione è stata paventata dal Governo. L’opinione su questa manovra non è positiva, con un 36,5% che ritiene che le privatizzazioni abbiano distrutto aziende fiorenti e posti di lavoro, peggiorando i servizi e andando solo a scapito dei cittadini. Poi un 24,4% crede che le privatizzazioni vadano fatte solo in caso di perdite, ma Poste è in utile e non c’è necessità di privatizzarla. Nel complesso sono quindi 6 italiani su 10 ad essere contrari alla proposta.
Dall’altra parte, un 20,1% è fautore dello Stato minimo e con la vendita di Poste riceveremo capitali utili a ridurre il debito. Un 15,3% pure si dice favorevole, sempre e quando allo Stato rimanga una quota di controllo e, a questa, non si aggiungano altre privatizzazioni.
Sondaggi termometro politico 5 Aprile
Prima della fiducia in Meloni e intenzioni di voto, chiudiamo con una domanda sulla possibilità e necessità di riconoscere lo Stato della Palestina. Nel complesso, le risposte favorevoli arrivano al 76,5%: più di 3 italiani su 4 sono favorevoli. C’è poi un 10,6% che crede che riconoscere lo Stato di Palestina in questo momento sarebbe un segnale di resa nei confronti di Hamas e che questa strada, per ora, non è percorribile. Dato interessante: l’illegittimità della nazione palestinese (3,6%) supera più del doppio la risposta che vede in Israele uno Stato illegittimo (1,7%).
Sondaggi termometro politico 5 Aprile
Chiudiamo il sondaggio settimanale con le intenzioni di voto. Il dato più rilevante riguarda la caduta della Lega, che passa dal 9% all’8,6% (-0,4% in una settimana). Non ne approfitta, però, Forza Italia, che cala di un decimale. La differenza attualmente è di 1.5 punti. Andando verso i primi tre partiti italiani, le variazioni sono minime: FDI +0,1%, PD stabile e M5S -0,1%.
C’è già un primo balzo in avanti del movimento firmato da Michele Santoro, Pace Terra Dignità. Settimana scorsa ha esordito con l’1,8% e oggi è già al 2,1%. Cresce leggermente anche Sud chiama Nord di Cateno De Luca (da 0,5 a 0,8).
Chiudendo con la fiducia in Giorgia Meloni, la premier continua a perdere consensi. Aumenta di 0,7 punti la frequenza di risposta di chi non ha minimamente fiducia in Meloni (49,2%) e, nel complesso, le risposte positive calano dal 39,3% di settimana scorsa al 38,8% di quest’ultima rilevazione.
Sondaggi termometro politico 5 Aprile