Politica
Meloni stringe sulle Ong ma cerca Berlino. Sicurezza: arriva un Dl Salvini bis
L'ex premier Draghi stupito per la rottura con Parigi. Palazzo Chigi cerca la Germania e intanto stringe le regole sulle Ong
Rottura con la Francia, Draghi stupito. Meloni cerca Berlino
Il caso migranti muove la politica italiana, sia verso l'interno sia verso l'esterno. Su quest'ultimo punto, dopo la rottura con la Francia, Palazzo Chigi sta cercando una sponda con la Germania. "Meloni è convinta di essere nel giusto e ha annotato come un successo il fatto che diversi Paesi, a partire dalla Germania, hanno fatto sapere di non aderire al “boicottaggio” invocato dalla Francia. E si è rallegrata dopo la visita di Manfred Weber, presidente del Ppe, che ha detto che «l’Italia non può essere lasciata sola» ad affrontare l’emergenza migranti", scrive Repubblica.
Ma tiene aperta la porta anche al dialogo con Parigi, mentre nel retroscena de La Stampa si dà conto della perplessità dell'ex premier Mario Draghi. "L’unica certezza è che Draghi considera quello consumato in queste ore un gigantesco errore. Se c’è un alleato che l’Italia non può permettersi di perdere, è Emmanuel Macron. Perché l’agenda dei due governi è simile su molte partite. L’energia e i conti pubblici, per citare le due più importanti. Perché la Francia il più influente dei Paesi della sponda sud dell’Unione", scrive la Stampa.
Stretta contro le Ong, in arrivo sulla sicurezza un Dl Salvini bis
Intanto, sul fronte interno, non è previsto nessun passo indietro, dice Repubblica: "ad altre navi che si avvicineranno all’Italia sarà riservato lo stesso trattamento dell’Ocean Viking. Saranno accolti solo i migranti più deboli o bisognosi di cura. Di più: contro le Ong che agiscono nell’illegalità «saranno presi provvedimenti», afferma Meloni. E quei provvedimenti, confermano fonti di Palazzo Chigi, sono la confisca delle imbarcazioni e multe per gli armatori, da inserire nei nuovi decreti sicurezza allo studio del governo".
Come scrive la Stampa, "ha ripreso forza l’idea di resuscitare una parte dei famosi decreti sicurezza di Matteo Salvini. In particolare la parte che riguarda le navi delle Ong, laddove si prevedono multe fino a un milione di euro, sequestro dell’imbarcazione e perfino la confisca «in caso di violazione – era scritto nella legge 77 dell’agosto 2019 – del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane». Riavvolgiamo il film di questi giorni, allora. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ben conosce la genesi di quei decreti poiché era lui il capo di gabinetto di Salvini, ha emesso un decreto per permettere una sosta solo «temporanea» alla nave “Humanity 1” e poi alla “Geo Barents”.