Politica

Bonafede-Battisti: Serra si sente meno sicuro. Ma quando Repubblica scriveva..

Michele Serra era più sereno quando leggeva su Repubblica gli editoriali, vergati da Sofri, condannato a 22 anni per il delitto Calabresi sr.?

Di Pietro Mancini

Michele Serra, editorialista de "La Repubblica" e autore dei testi di Claudio Bisio al festival di Sanremo (450 mila euro il compenso dell'attore, 700 quello del cantante e opinionista anti-Salvini, Baglioni) è convinto che gli italiani siano meno sicuri, dopo la diffusione del discusso video (un errore) del Guardasigilli, Bonafede (M5S) sul ritorno in Italia del terrorista comunista Cesare Battisti. Il commentatore, invece, era molto più sereno e sicuro, quando poteva leggere, sul giornale-partito, fondato da Scalfari, i pensosi commenti di Adriano Sofri, condannato a 22 anni, come mandante del delitto Calabresi, commissario di Polizia, padre dell'attuale direttore di "Repubblica", Mario. Nulla quaestio, da parte degli intellettuali de'sinistra, quando gli ex premier, Renzi e Gentiloni, e l'allora Capo dello Stato, Napolitano, venivano ritratti, sorridenti,  "attovagliati" con il  compagno Lula, allora Presidente del Brasile, che negò l'estradizione di Battisti (che brindava a Rio de Janeiro) ed è oggi detenuto per corruzione.

In realtà, più che i tweet e i giubbotti  di Salvini e il video di Bonafede, a Serra, Saviano e C. brucia la definizione "comunista" attribuita a Battisti dal successore di Minniti. Ma non si può negare che Cesare abbia fatto parte di un gruppo di "deviazione" comunista, che  prese le armi.

Quanto alla permanenza in carcere del "compagno assassino", come lo avrebbe definito Marco Pannella, si può, legittimamente, auspicarne la rieducazione, difficile per un detenuto di 64 anni, e la concessione, tra qualche anno, di benefici e mega-sconti di pena. Nel Paese, tuttavia, è maggioritaria la speranza che il recluso "marcisca" in cella, come ha affermato Salvini, il cui linguaggio, molto esplicito e non politically correct, non piace a donna Lilli Gruber. Ma è tra le ragioni del suo gradimento, in forte ascesa, nel bel Paese.