Politica

Migranti e asse con Berlino, perchè Macron non può fare a meno della Meloni

di Vincenzo Caccioppoli

Il pragmatismo e l’attivismo della Meloni in politica estera hanno certamente piacevolmente sorpreso mezza Europa e non solo. L'analisi

L’ipotesi che comincia a serpeggiare, nemmeno troppo surrettiziamente, e quella che Renew +punterebbe a diventare nuovamente centrale, proprio inserendosi nel nuovo progetto a cui la Meloni sta lavorando da tempo, cioè quello di creare un'alleanza tra popolari e conservatori. La maggioranza in parlamento potrebbe a quel punto diventare concreta e gli equilibri spostarsi inevitabilmente verso il centrodestra. La presidente italiana sta giocando molto bene le sue carte, senza lasciare troppo spazio a manovre sottobanco e studiando attentamente le mosse da assumere sullo scenario europeo.

Anche per questo, molto probabilmente, nei mesi scorsi, molto intelligentemente, non ha voluto replicare alle pesanti accuse piovute dalla Francia, derubricando il tutto a semplici rese dei conti interne con l’opposizione della Le Pen. Ora però Macron sembra essere, e già questa potrebbe essere una notizia, in una posizione di sostanziale debolezza, nei confronti della sua omologa italiana, che evidentemente è stata sottovalutata (errore che molti in passato hanno colpevolmente commesso nei confronti della leader di Fratelli d’Italia) ed ora sembra voler correre ai ripari, con il minor danno possibile.

La strada verso le europee del giugno prossimo, è appena cominciata e certamente si assisterà ancora a colpi bassi e tensioni, ma la forza e l’autorevolezza della premier in politica estera sembra ormai consolidata e pronta ad affrontare, da una posizione di forza, la delicata e fondamentale sfida delle prossime europee.

Anche perché, mai forse come questa volta, negli ultimi decenni, un presidente italiano sembra essere in una posizione di sostanziale vantaggio, sia nei confronti del cancelliere tedesco (alle prese con una maggioranza litigiosa e con una estrema destra in grande ascesa in patria) e del presidente francese ( in crisi di consensi in patria e con il peso di potere essere ricordato come il primo presidente della storia ad avere consegnato il paese alla destra della le Pen). E questo per la tanto bistrattata italietta è certamente una gran bella notizia, alla luce anche delle prossime delicatissime questioni che dovranno decidersi in Europa, a cominciare dal Pnnr per finire con le regole di bilancio e con la politica migratoria.