Politica

Migranti, nessuna "svolta copernicana". Ma qualcosa (forse) si muove in Europa

di Vincenzo Caccioppoli

Dopo la visita di Meloni e Von der Leyen a Lampedusa

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha annunciato che porterà il dossier al vertice informale dei leader dell’Ue il 6 ottobre a Granada

 

Forse non sarà proprio una “svolta copernicana” come ha definito la premier Meloni la visita della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen a Lampedusa Domenica, ma certamente le parole della Von der Leyen rappresentano un passo avanti importante. Per la prima volta, infatti, un alto esponente europeo ha cominciato a parlare di come fermare gli sbarchi e non di come redistribuire i migranti Tra i vari paesi europei. Si tratta forse del primo caso, forse, che l’Europa sembra voler prendere il problema per le corna, affrontandolo alla fonte e non cercando di gestirlo in maniera fallimentare come fatto fino ad ora. "La visita del presidente Meloni e di Ursula  Von Der Leyen a Lampedusa sancisce che  il tema della gestione dei  flussi migratori deve essere affrontato a livello europeo, così  come sempre posto dal governo italiano.

La presa di responsabilità  della Ue sta portando a rendere concreto il lavoro incessante del premier Meloni per cercare soluzioni a livello internazionale, nonostante la sinistra europea e italiana cerchi di sabotare in  tutti i modi la strategia del governo italiano" ha detto in una nota, il copresidente del gruppo dei conservatori all'Europarlamento, Nicola Procaccini. Ed in effetti, quanto accaduto a Lampedusa, non ha solo un forte valore simbolico, ma rappresenta forse il primo vero gesto concreto di una presa di coscienza della gravità del problema, e del fatto di quanto senza  una risposta  risoluta e compatta da parte di tutta l’Unione, non si arriverà ad alcuna soluzione concreta.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha annunciato che porterà il dossier al vertice informale dei leader dell’Ue il 6 ottobre a Granada: «Nessuno stato membro sarà lasciato solo», ha detto. Certo che poi alle parole devono seguire i fatti. Perché al di là di quello che si possa pensare, il modo in cui il governo italiano sta affrontando la questione migranti, in questi mesi, appare davvero come  l’unica via percorribile. Inutile fare ironie e strumentalizzazioni politiche, accusando il governo di fare solo demagogia ( da che pulpito) su soluzione come quella dei blocchi navali non percorribili, come stanno facendo Giuseppe Conte ed Ely Schlein, in queste ore, di fronte a quella che ormai ha assunto le sembianze di una vera e propria invasione delle nostre coste. Ma occorrerebbe invece uno sforzo di tutti, opposizioni comprese, per cercare di gestire al meglio la situazione.

Ed una soluzione, inutile girarci intorno, è proprio quella che ha deciso di intraprendere il governo, e che già aveva provato a fare il ministro degli Interni del governo di sinistra Gentiloni, Marco Minniti ( dal quale, da tempo la sinistra ha preso, stizzita, le distanza, per puro ardore e miopia ideologica), e cioè quella degli accordi con i governi africani da cui partono i flussi migratori. Assurda e davvero paradossale l’asserzione della sinistra che accusa che in questo modo si finanziano dittatori, dopo che la stessa Europa ha versato al sultano turco Erdogan 6 miliardi di euro, per fermare gli arrivi dei rifugiati di guerra dalla Siria.  nello stesso tempo poi si dovrebbe dare seguito alla idea di riproporre una sorta di piano Mattei, come proposto dalla Meloni, per aiutare i paesi africani a casa loro e fermare il vero e proprio esproprio delle immense risorse africane, come si sta facendo da decenni da parte di cinesi, russi ed in misura minore europei.  La stessa commissione europea ha più volte, sempre a parole per ora, accolto con grande favore il nuovo approccio del governo italiano.

Ma affinché alle parole seguano i fatti, occorre che ci sia un accordo il più ampio possibile su questo punto, mentre è ben noto che larga parte del parlamento europeo e della stessa commissione, spera, in maniera nemmeno tanto velata, che gli sforzi del governo italiano e della Meloni, in Africa, falliscano clamorosamente. Basti pensare alla lettere di forte critica memorandum firmato con Saied, scritta dall'alto commissario per gli affari europei, il socialista Joseph Borrell, che verrà ricordato come il gaffeur, per la sua attitudine a dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato ( Il 24 settembre 2020 rivolgendosi all’Ucraina invita Zelenskiy a riformare il Paese e precisa che “l’Unione Europea non è un ente di beneficenza o un bancomat”. Lo stesso giorno, riferendosi ai risultati delle recenti elezioni presidenziali in Bielorussia, comunica che Lukashenko “non ha alcuna legittimità democratica”. Per non parlare della sua figuraccia mondiale con Lavrov, durante la visita ufficiale a Mosca del 5 febbraio 2021). Ma questo è solo il caso forse più clamoroso, perché viene da un importante commissario europeo. Ma anche in parlamento, i  socialisti  ( compresi quelli italiani) da settimane stanno lavorando sottotraccia, affinché fallisca il memorandum raggiunto da Meloni, Von Der Leyen e Rutte, firmato a Luglio. “Senza i soldi promessi, la Tunisia ha difficoltà a far funzionare le proprie forze di polizia e la guardia costiera. È un dato di fatto. E certo non aiutano i continui attacchi al governo tunisino della sinistra europea che vorrebbe dichiarare la Tunisia uno Stato dove non è possibile trattenere gli immigrati o rimpatriare chi arriva in Italia”. ha spiegato chiaramente, due giorni fa, in un'intervista a Libero, Giovan Battista Fazzolari, il sottosegretario alla presidenza del consiglio ed ascoltatissimo consigliere della premier.

E’ da tempo che la questione migranti viene strumentalizzata a livello politico, anche perché il tema ha un suo grande rilievo e peso elettorale in ogni singolo paese europeo. Il governo Rutte è caduto proprio sul mancato accordo della maggioranza su una legge per i rimpatri dei familiari dei migranti, In Germania l’estrema destra di Afd è stabilmente sopra il 20% nei sondaggi e Scholtz viene da più parti accusato di essere responsabile dei continua arrivi di migranti nel paese. In Francia la Le Pen, è in continua ascesa proprio grazie alla sua politica del pugno di ferro contro gli arrivi di migranti nel paese. E il fatto che mancano poco più di nove mesi all’importantissimo appuntamento delle elezioni del nuovo parlamento europeo, certo non aiuta.

Ma per la Meloni, sui migranti qualche scricchiolio arriva anche all’interno della sua stessa maggioranza, con il vicepremier Salvini, che sperando di ridare fiato ad una Lega un po 'asfittica, cerca di cavalcare uno dei suoi grandi cavalli di battaglia. La premier vive questa sua delicatissima sfida in una posizione certamente un pò  scomoda, stretta un pochino tra l’incudine e il martello, ma combatte con la tenacia e la tempra, che tutti, alleati ed avversari, unanimemente le riconoscono. Ed almeno i primi riconoscimenti al suo grande sforzo, stanno forse cominciando ad arrivare, anche se la situazione appaia ad oggi fuori controllo. Forse come sostengono molti, e come ha detto oggi anche il ministro degli esteri Antonio Tajani si dovrebbe anche ripensare ad operazioni, come la missione Sophia, il progetto europeo partito nel 2015, a guida italiana e che prevedeva esplicitamente anche eventuali blocchi navali per fermare le partenze dalle coste del nord Africa ( con buona pace dei socialisti, che forse all’epoca, al contrario di adesso, non dovevano troppo preoccuparsi dell’ascesa della leadership della Meloni).

D'altra parte, la stessa Von der Leyen ha fatto capire che quella potrebbe essere una delle soluzioni, quando ha esplicitamente detto “ chi entra in Europa lo decidiamo noi” di fronte ad una Meloni, tra il gongolante e l’incredulo. Ma anche su questo punto la premier dovrebbe forse fare opera di convincimento verso l’alleato Matteo Salvini, che fu uno degli affossatori dell’operazione, per le note divergenze con Francia e Germania, sui porti di approdo per  i migranti salvati in mare ( ben 45.000 in 4 anni ). La questione è eccezionale e senza troppi giri di parole va affrontata in maniera appropriata e soprattutto con proposte concrete, piacciano o meno, come quelle che sta portando avanti il governo. Siamo invece ancora in trepidante attesa di conoscere le proposte alternative delle opposizioni.