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Montecitorio, 700mila € di costi extra (e nessuno controlla). Esplode il caso
Montecitorio

Montecitorio si fa imprenditore. Ma i precedenti non sono stati un successo

Esplode il caso Montecitorio che si fa imprenditore. La Camera, infatti, è arrivata a 700mila € di costi extra, ma senza rendere conto a nessuno di queste spese. Non sa - secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano - quanto spenderà per i servizi di pulizie, facchinaggio, ristorazione, parcheggio e molto altro oggi forniti dalle ditte esterne, ma è pronta a giurare che gestirli in proprio conviene. Sono le ultime novità da Palazzo, che martedì scorso ha deciso di metter mano al portafogli per diventare azionista unico di una società in house: si assumerà senza concorso, si spenderà senza l’obbligo di gara per appalti fino a 140 mila euro e senza l’incomodo di controlli da parte di Anac o Corte dei Conti. E intanto bisognerà subito sborsare 1 milione di euro solo di capitale sociale più tutto il resto legato ai costi di avviamento.

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Ma è soprattutto l’incognita dei costi futuri che - prosegue Il Fatto - ha indotto mezzo ufficio di presidenza, tra cui di due vicepresidenti Ascani e Costa oltre che il questore del M5S Scerra, a dire no al progetto evidenziandone i rischi. Anche perché rispetto alle stime fatte solo a dicembre, ossia tre mesi fa, è stato nel frattempo necessario prevedere prudenzialmente un aggiornamento al rialzo delle spese: solo per la manodopera oltre 600 mila euro in più, altri 300 mila e spicci per le spese generali. E il timore è che sia solo l’inizio anche perché è la prima volta in assoluto che un organo costituzionale come la Camera si fa una società in house, strumento che non evoca certo successi.






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