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Politica
Morassut attacca la destra sui rapporti col fascismo e sulla strage di Bologna
Roberto Morassut

Roberto Morassut, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, è anche vicepresidente della Fondazione Giacomo Matteotti. In occasione del 97° anniversario della scomparsa del giornalista, strenuo avversario del regime fascista, ha attaccato la destra italiana per la sua difficoltà nel fare i conti con il passato: “La modernità e popolarità di Matteotti, anche a distanza di quasi cento anni, consiste nella sua capacità di unire intransigenza morale sui principi e concretezza delle soluzioni politiche per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. Oggi il riformismo è continuamente evocato ma praticato come opportunismo mentre l’intransigenza e l’onestà vengono sbandierate come slogan ma dietro di esse spesso si celano bassezze di interessi personali o solo vuote parole. Matteotti fu vittima del carattere criminale del fascismo, rivendicato ambiguamente da Mussolini il 3 gennaio del 1925 davanti ad un Parlamento ammutolito quando disse di essere il responsabile morale di quanto accaduto il 10 giugno del 1924 qui al Lungotevere Arnaldo da Brescia. Con questo carattere criminale del fascismo la destra italiana fatica ancora a fare i conti”.

Morassut ha utilizzato toni ancora più duri nel criticare la proposta di Giorgia Meloni, che chiede una commissione d’inchiesta sulla strage di Bologna per verificatevi termini di una "pista palestinese": "Le sentenze hanno chiarito che la strage del 1980 fu una strage fascista provocata dal terrorismo nero in accordo con settori della criminalità organizzata e le coperture di servizi segreti deviati. Perché la destra italiana fa fatica ad ammettere queste verità storiche e giudiziarie? Cosa si vuole ancora coprire? Cosa si vuole ancora cancellare? Perché non si riesce con coraggio a fare i conti con questo cuore nero d’Italia? Altro che 'Fratelli d’Italia': così la destra italiana non sarà mai 'nazionale'. Se fosse una destra moderna oggi sarebbe qui ad onorare la figura di Matteotti, un patriota. Invece cerca ancora di far dimenticare le responsabilità dei criminali fascisti di Bologna. Proprio come Mussolini che mai ammise di essere lì mandante politico  dell’omicidio di Matteotti, ma fece sempre di tutto per mistificare le sue responsabilità materiali e rigettarle su altri”. 

 

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