Politica

Omicidi, risse e raffica di arresti: Emiliano e la legge occulta in Puglia

Di Giuseppe Vatinno

L’inchiesta sulla mafia pugliese riprende e sale di livello raggiungendo la Regione Puglia

Dopo il supporto di Emiliano a Decaro, in Puglia è successo di tutto, tra cui un omicidio

Forse c’è una legge occulta che soprintende al dio della politica.

Fatto sta che appena Michele Emiliano ha detto che Bari e la Regione Puglia sono immuni dal fenomeno mafioso è successo di tutto: un omicidio di un membro della famiglia Capriati, una rissa furiosa a Taranto tra famiglie rivali ed infine la nuova raffica di arresti di ieri nel barese.

Alessandro Cataldo, marito dell’assessore regionale ai Trasporti del Pd Anita Mauridinoia e il sindaco di Triggiano Antonio Donatelli sono stati arrestati, tutti e due ai domiciliari.

La Mauridinoia, anche lei indagata, si è dimessa dalla giunta pugliese ed anche dal partito.

La nuova indagine della Procura di Bari è riferita alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 a Grumo Appula e del 3 e 4 ottobre 2021 a Triggiano ed ha portato ad un complessivo di dieci ordinanze emesse con oltre 70 indagati.

Ha particolarmente colpito il caso di Anita Mauridinoia nel consiglio regionale pugliese. Il marito è accusato di aver acquistato voti a 50 € l’uno.

Nell’ordinanza della procura si legge infatti: “Negli accertamenti condotti dai carabinieri emergeva che la promessa e la consegna della somma di euro 50 erano finalizzate ad indicare quale preferenza sulle schede elettorali anche Anita Maurodinoia alle elezioni regionali che si svolgevano contemporaneamente alle comunali”.

Alcuni indagati stavano organizzandosi anche per le elezioni comunali di Bari del prossimo giugno.

Non entriamo ulteriormente nei particolari di cronaca, del resto facilmente reperibili e facciamo qualche considerazione, riprendendo lo spunto inziale.

Ricordiamo le note vicende che hanno portato la magistratura ad arrestare 130 persone e a far considerare il ministro dell’Interno Piantedosi di far sciogliere il consiglio comunale del capoluogo per infiltrazioni mafiose. 

Dopo la recente manifestazione di Michele Emiliano e Antonio Decaro a Bari c’è stato anche un omicidio. Si tratta di Raffaele, detto Lello, Capriati che va a rompere pericolosamente la pax delle cosche baresi.

Quello di Lello Capriati, figlio di Sabino e nipote di Tonino, che è condannato all’ergastolo nel processo Dolmen, è un omicidio importante, un segnale che la tregua che regnava da qualche tempo è finita. I Capriati hanno la loro base nel centro storico, in quella Bari Vecchia che si riconnette alla vicenda di Decaro, nel senso che è una prova ulteriore che le cose a Bari non vanno secondo la narrazione di Decaro, supportata improvvidamente da Emiliano e che il ministro Piantedosi ha fatto bene ad avviare la procedura per determinare se ci sono le condizioni dello scioglimento e poi la mega rissa di Taranto.

Ora la nuova ondata di arresti.

Ma questa volta c’è un salto di qualità visto che è stata arrestata anche un assessore della giunta di Michele Emiliano che ora non si può più tirare fuori e se inizialmente il suo ruolo era quello di supporto, sia pur maldestro, ad Antonio Decaro ora i guai ce l’ha direttamente nella sua giunta e deve spiegare le sue scelte sbagliate.

A questo punto non si capisce proprio come abbia fatto a manifestare con Decaro rivendicando la strumentalità del tentativo di sciogliere il comune del capoluogo pugliese a manovri politiche degli avversari del centro – destra.

Da quando ha protestato in tal senso a Bari e in Puglia è successo di tutto dal punto di vista dei crimini mafiosi.

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