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Renzi-Travaglio scoppia la lite tv a La7 SONDAGGIO: CHI HA VINTO? VOTA

Fondazione Open: scontro Renzi-Travaglio a La7: "Il Direttore del Fatto è un diffamatore seriale"

"Io sono qui per dire la verità dei fatti. Questa email è stata inviata da Rondolino come ipotesi di scuola, alla quale ovviamente nessuno ha dato corso. Per distruggere il Movimento Cinque stelle è bastato farli governare... Per distruggere 'Fatto Quotidiano basta il pregiudicato Marco Travaglio, perché è un diffamatore seriale, è un campione europeo di diffamazione ... Il Fatto Quotidiano è il vitalizio per me e la mia famiglia... Io non ho risposto per email, ma ho detto di no alla proposta di Rondolino perché noi siamo diversi dal Fatto Quotidiano". Lo ha precisato il leader di Italia Viva Matteo Renzi, a 'Otto e mezzo' su La7.

RENZI-TRAVAGLIO, CHI HA VINTO LO SCONTRO IN TV? VOTA IL SONDAGGIO DI AFFARITALIANI.IT

Il direttore de 'Il Fatto Quotidiano', Marco Travaglio, anche lui ospite della trasmissione , ha replicato così a Renzi: "Io avuto una multa di mille euro per aver detto una mia opinione. Renzi confonde i reati di opinioni, che sono un incidente del mestiere per un giornalista, con i reati di affari che lo riguardano...".

Renzi-Travaglio, lite tv a Otto e mezzo di Lilli Gruber su La7: guarda il video

Fondazione Open, Renzi: "Travaglio ce l'ha con me perché ho mandato a casa Conte"

"Ma la verità è che a Travaglio gli rode perché ho mandato a casa Conte...E' per questo che c'è questa campagna di odio contro di me..." ha detto Renzi. "Per distruggere il Fatto Quotidiano basta Marco Travaglio, che è un diffamatore penale. Il Fatto Quotidiano é il vitalizio per me e la mia famiglia". Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. Il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, presente in trasmissione ha replicato a Renzi: "Io avuto una multa di mille euro per aver detto una mia opinione, Renzi confonde i reati di opinioni, che sono un incidente del mestiere per un giornalista, con i reati di affari che lo riguardano". 

Nuovi dettagli sull'inchiesta Open. Nelle mail: "Chiudere prima della Spazzacorrotti"

Intanto, su Il Fatto Quotidiano appaiono di nuovo diverse pagine dedicate proprio a Renzi. A parture da nuove rivelazioni sulla fondazione Open, che doveva chiudere prima dell ’entrata in vigore della legge Spazzacorrotti. "Non lo dice un testimone dell ’accusa e neanche un avversario politico di Matteo Renzi. A scriverlo è un esponente di punta del Giglio Magico: l’avvocato Alberto Bianchi, presidente della cassaforte che ha accompagnato l’ascesa politica dell ’ex presidente del Consiglio. Lo fa più volte in alcune email inviate a due volti di primo piano del renzismo: Maria Elena Boschi e Luca Lotti, entrambi consiglieri della fondazione al centro dell’inchiesta della procura di Firenze", si legge sul Fatto.

Si legge sul giornale diretto da Travaglio: "Open viene posta in liquidazione il 29 giugno 2018, poche settimane dopo la nascita del governo gialloverde. Una delle ultime voci in uscita è rappresentata dai 134.900 euro spesi per il volo che ha condotto Renzi a Washington, alla cerimonia in memoria di Bob Kennedy. Poi, nel gennaio del 2019, Bianchi accelera sulla chiusura della liquidazione. Ma c’è un problema: un’i mprecisata somma di denaro rimasta in cassa al Comitato per il Sì al referendum costituzionale del 2016". 

Ecco il testo di una mail mandata da Bianchi a Boschi e Lotti: "Mari, Luca, ho URGENZA (in maiuscolo nel testo originale, ndr) della vs decisione sull’argomento . Se decidiamo che i fondi del Comitato per il Sì vanno a Open, il materiale trasferimento deve essere fatto entro giovedì 25 gennaio. Altrimenti i fondi andranno altrove, dove deciderete. La Fondazione deve essere chiusa in ogni modo entro il 31 gennaio, altrimenti entriamo nell’orbita di applicazione della l. 3/2019, con le complesse conseguenze che ne seguirebbero”.

Inchiesta open, le mail di Renzi: "Trovare soldi per il sì al referendum"

Poco più di due anni prima, invece, l'urgenza era qualla di trovare liquiità da destinare a Open. «Soldi. Noi dobbiamo avere altri soldi da parte. Bonifazi deve prendere il mutuo. Fondamentale che ci sia subito». Ne scrive Repubblica, che spiega come il 2 novembre 2016, "in piena campagna elettorale per il referendum costituzionale, l’allora presidente del consiglio Matteo Renzi scrive ai suoi collaboratori. Dalla mail («da far girare – Lotti, Boschi, Sensi, Ercolani, Carrai») emerge una preoccupazione: trovare fondi da destinare alle iniziative per il Sì al voto del 4 dicembre, su cui si gioca il futuro del governo. «Tre (milioni, ndr) devono andare sulla posta (Lotti)», scrive Renzi. «Il resto, a disposizione MR». Risorse che poi, dieci giorni dopo, stando alle carte sarebbero saltate fuori. «Ci sono altri soldi», scrive di nuovo l’ex premier il 12 novembre. Il documento è accluso alle informative sull’inchiesta Open: per la finanza dimostrerebbe «il ruolo attivo di Matteo Renzi nella campagna Basta un Sì, in cui sono incluse a pieno titolo le attività di Carrai e la manifestazione Leopolda»".

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