Palazzi & potere
Alessandro Di Battista fa la lista dei giornalisti che gli vanno bene

Alessandro Di Battista fa l'elenco dei buoni e dei cattivi. Manco all'asilo...
"Come volevasi dimostrare e’ partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico". Alessandro Di Battista torna con un lungo ed articolato post sul caso sollevato dalle sue invettive contro i media dopo l’assoluzione di Virginia Raggi. "Ben vengano le manifestazioni per la liberta’ di stampa, solo che andrebbero fatte in Svizzera sotto casa di de Benedetti, ad Arcore sotto casa di Berlusconi o davanti alle incompiute Vele di Calatrava per le quali il gruppo Caltagirone si e’ beccato un bel po’ di soldi", dice l’ex deputato M5s che torna a criticare "i giornali di Berlusconi" - peraltro suo editore - perche’ "non mi hanno mai perdonato di essere andato sotto Villa San Martino". Nella sua intemerata via Facebook, Di Battista tiene anche a marcare la propria differenza, da ’duro e puro’, rispetto a quanti ora sono al governo. Di fatto, anche rispetto ai suoi compagni di partito. "Quando decisi di non fare il ministro - sottolinea infatti - lo feci per una sola ragione: per essere totalmente libero di scrivere e dire cio’ che penso. Questo e’ un privilegio incredibile, altro che auto blu e assegni di fine mandato. E quando inizi ad assuefarti alla liberta’ ne vuoi sempre di piu’, anche se sai che dire cio’ che pensi ti fara’ tanti nemici e a volte ti fara’ venire il sangue amaro. Ma, allo stesso tempo, ti fa guardare allo specchio". ’Dibba’ non rinuncia a stilare una lista di giornalisti, questa volta pero’ si tratta di ’buoni’. E allora ecco, nella categoria "giornalisti liberi", Travaglio, Massimo Fini, Pietrangelo Buttafuoco, Fulvio Grimaldi, Alberto Negri, Franco Bechis, Luisella Costamagna, Milena Gabanelli e "decine di giornalisti e giornaliste che hanno capito che chi davvero sta colpendo la liberta’ di stampa sono svariati sicari dell’informazione". Si torna all’elogio della liberta’, anche vista da un parlamentare: "La liberta’ vale piu’ di ogni cosa, anche di un ministero - ribadisce Di Battista - e soprattutto perche’ solo scegliendo di ’uscire fuori dal palazzo’ ho potuto iniziare ad insegnare a mio figlio ad essere libero. E i figli credono a cio’ che vedono, non a cio’ che sentono, come d’altronde ormai la gran parte dei cittadini".