AVVENIRE: BASTA "PORTE GIREVOLI" FRA GIUDICI E POLITICA
"E' TEMPO DI RISPOSTE: SUBITO UNA LEGGE RIGIDA SUI CONFLITTI D'INTERESSE. EMILIANO? DIA L'ESEMPIO E LASCI LA MAGISTRATURA. E RESTI LA LEGGE SEVERINO"
Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, nell'editoriale di prima pagina chiede oggi al Parlamento che <si decida presto e con un provvedimento chiaro, non con leggine contenenti limiti più o meno aggirabili> sulla questione dei magistrati che entrano in politica e che, dopo, tornano all'attività giurisdizionale. Tema finito al centro, la settimana scorsa, delle polemiche sollevate dal "caso Minzolini". <La serietà di una classe politica si misura dalla capacità di dare risposte, tempestive e puntuali>, afferma Avvenire giudicando <singolare e gravissima> la motivazione, addotta anche da diversi senatori del Pd, per votare contro la decadenza dell'ex direttore del Tg1 in base al fatto che in appello la sua condanna è stata comminata anche da un ex esponente del centrosinistra, Giannicola Sinisi. Il problema, sottolinea il quotidiano della Cei, è invece quello della <mancanza di una seria legge (cui gli stessi politici dovrebbero provvedere) sui conflitti d'interesse in genere e, in particolare, sulle compatibilità fra attività giudiziaria e impegno politico>. Sul punto, inoltre, il giornale auspica che Michele Emiliano, il governatore-pm (in aspettativa) che si è candidato a segretario del Pd, dia l'esempio: <Se vuol presentarsi come un nuovo leader> deve <lasciare subito la magistratura e farsi parte attiva, co-promotore della nuova legge su giudici e politica>. Perché, prosegue l'editoriale, <se la politica è un servizio ai concittadini, è anche vero che non è un obbligo per nessuno e abbracciarla senza garanzie e privilegi alle spalle non farebbe che dare maggior valore alla scelta compiuta da chi si candida>. Infine, nel valutare <stonato lo spettacolo di un Senato che vota contro l'applicazione di una legge dello Stato>, Avvenire definisce <non meno sgradevole> l'eventuale ricaduta nei termini di una eventuale revisione della legge Severino che, invece, <sancisce un principio giusto: chi governa dev'essere ancora più trasparente di chi è governato. Se alcuni, specifici aspetti di quella legge vanno rivisti, lo si faccia pure qui con celerità. Volontà e interpretazioni "estensive" sono però da rispedire al mittente, per non tornare a prassi del passato. Non si butti via il bambino con l'acqua sporca>, chiude Avvenire.