Palazzi & potere
Caso Leonardo-Finmeccanica, sfiducia a Padoan: parlano i 5 Stelle
L'intervento dei Portavoce 5 Stelle Carlo Sibilia, Daniele Pesco e Dino Alberti
Il governo Gentiloni con Padoan in testa e Renzi che dà indicazioni da dietro le quinte, s’é fatto beccare con le mani nella marmellata del vero potere che conta, quello delle partecipate, delle aziende di Stato, delle società nelle quali è necessario, per il PD, avere persone fidate anzi fidatissime, al punto da arrivare a mettere a repentaglio la tenuta dell’azienda, nominando come vertici, persone inesperte per quel settore.
È il caso di Profumo eletto AD di Leonardo, lo stesso Profumo rinviato a giudizio a Napoli per usura bancaria e a Milano per non aver dato evidenza a quei derivati travestiti da titoli di Stato nei bilanci Mps.
Profumo, che all’epoca fu scelto per guidare la banca senese dopo l’era Mussari, non pare abbia fatto un gran lavoro di sistemazione dei conti visto che ha lasciato una banca in situazione peggiore rispetto a come l’ha trovata, ebbene lo stesso Profumo ora viene nominato capo di Leonardo andando contro i principi sanciti dalle 2 direttive governative del 2013, dalle mozioni approvate dal parlamento, ossia da tutti quegli atti orientati a rafforzare i requisiti di onorabilità per gli amministratori delle società pubbliche. Tutti tranne uno, l’ultima direttiva del governo di poche settimane fa che è andata ad alleggerire i requisiti, eliminando proprio l’ineleggibilità in caso di rinvio a giudizio, proprio nei giorni antecedenti, o meglio, probabilmente antecedenti, visto che si parla di una data scritta a penna, la nomina di Profumo.
E il banchiere più famoso d’Italia, collezionista di laute buonuscite, ne ha ben due di cause penali in corso, ma la sua nomina é, per il governo Gentiloni, così strategica, per l’ex finmeccanica, al punto da arrivare a cambiare le regole del gioco in modo così grossolano, plateale e contrario ai principi etici e di buon governo.
Quindi secondo noi i dubbi interpretativi di tutta questa vicenda sono veramente pochi.
Così come sembrerebbe ci sarebbero state tante cose da nascondere in Mps allo stesso tempo parrebbe sia necessario, per il governo, avere persone in Leonardo, pronte a tutto anche se totalmente prive di conoscenze tecniche di base sull’azienda e sui prodotti realizzati.
I cittadini sono stufi, anche se probabilmente di solito non parlano o non si pongono il problema di chi guida l’ex finmeccanica, hanno capito che il governo subordinato Gentiloni l’ha fatta grossa.
Eliminare un requisito di onorabilità così importante per nominare una persona fidata in una partecipata è come mettere nero su bianco che il governo può e vuole fare ciò che vuole, anche prendersi gioco degli stessi cittadini.
Il parlamento non può accettare tanta “pacata” arroganza da parte di un governo asso pigliatutto.
Le regole vanno rispettate e non cambiate a piacimento dalla sera alla mattina.
Il parlamento non può perdere la faccia deve dire no a questo stato di cose.
La mozione di sfiducia per Gentiloni l’abbiamo depositata.
O il PD insieme al resto del parlamento sfiducerá Gentiloni votando a favore della nostra mozione o voterà contro i suoi stessi atti rendendosi responsabile alla stessa stregua di Padoan.
Dopo un referendum perso e dopo la sfortunata riconferma di Renzi il demolito partito democratico non si deve sentire in dovere di fare un altro favore elettorale al movimento 5 stelle, non ne abbiamo bisogno, preferiamo avere regole etiche e una persona competente e al di sopra di ogni sospetto a capo di una delle più importanti aziende di Stato.
Elezioni subito.
Carlo Sibilia, Daniele Pesco, Dino Alberti
Portavoce 5 Stelle