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Palazzi & potere
Diritto societario, Cosimo Ferri: “Progetto EMCA aiuto ai legislatori"

L’obiettivo è chiaro: fornire ispirazione agli Stati membri dell’Unione europea che si accingono a modificare il proprio diritto interno in materia di diritto societario. È l’ambizioso progetto, noto sotto l’acronimo EMCA (European Model Company Act), ispirato al Model Business Corporation Act statunitense e presentato all’Università La Sapienza di Roma, in occasione del 60° anniversario della stipula dei Trattati istitutivi delle Comunità europee. “Per un’Unione – spiega il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri - che non sia solo mercato comune di beni, servizi e capitali, ma riesca a darsi regole simili per risolvere problemi simili, facilitare gli scambi commerciali e ridurre le controversie che possono scaturire dalla “disarmonia” delle regole applicabili. Per una tutela maggiore delle persone e degli interessi coinvolti dal fenomeno”.

 

Il diritto societario è stato oggetto in Europa di un processo intenso di armonizzazione, che si è avvalso prevalentemente dello strumento giuridico della direttiva. Sottosegretario Ferri, a che punto siamo?

 

Nonostante si sia ancora lontani dall’adozione di un diritto societario europeo unico e codificato, grazie a tale processo di armonizzazione delle norme nazionali, sono stati fissati degli obblighi minimi comuni in diversi ambiti, quali la tutela degli azionisti, le offerte pubbliche di acquisto per le società per azioni, le società a responsabilità limitata con un unico socio, l'informativa finanziaria e i principi contabili. Norme comuni, però, sono state adottate anche in tema di costituzione di società, capitale, pubblicità, operazioni di ristrutturazione mediante fusioni, scissioni o trasferimento di sede ed ancora esercizio transfrontaliero dei diritti degli azionisti e società con succursali estere. Tuttavia, non sono poche le aree del diritto societario (dalla corporate governance ai gruppi) che rimangono ancora appannaggio dei diritti municipali.

 

Difficile, quindi, parlare di una vera e propria armonizzazione del diritto societario?

 

Un ruolo essenziale di ricerca dell’armonia è svolto anche dalla giurisprudenza della Corte Europea di Giustizia. Tuttavia, da alcuni anni il processo di armonizzazione del diritto societario europeo sembra aver subito una battuta d’arresto: non più progetti di avvicinamento delle normative nazionali, ma mero adeguamento delle direttive già varate. Pertanto, in un simile contesto, sono ben accolti nuovi progetti ed iniziative.

 

Come superare i tradizionali metodi di armonizzazione della norma?

 

Oggi più che mai vanno individuati nuovi approcci. Il modello hard law va sostituito con uno di soft law, sprovvisto di carattere imperativo quanto all’adozione, ma basato sulla effettiva appetibilità che le soluzioni in esso rinvenibili presentano per gli Stati membri.

 

 

Quali possono essere gli effetti di una concorrenza tra ordinamenti?

La concorrenza può condurre sia al fenomeno virtuoso del progressivo adeguamento verso le regole migliori, che a pericolose “corse al ribasso”. Confido, però, che la concorrenza regolamentare sia uno stimolo all’uniformazione e allo sviluppo. Accanto alla ricordata armonizzazione mediante le direttive e la giurisprudenza della Corte di Giustizia, infatti, l’osmosi tra diritti nazionali si può realizzare proprio con l’adeguamento spontaneo e ragionato dei diritti nazionali a regole e principi affini.

 

 

E’ corretto affermare che le nuove forme organizzative societarie si sono evolute con la società?

 

Il mondo è cambiato. Dapprima con l’emersione di nuove forme organizzative dell’attività economica (dalla società semplice immobiliare alla società semplice-holding di partecipazione, dalle società consortili al gruppo di società, dalle reti d’impresa alle società professionali, sino alle varie tipologie di “società legali”), in seguito con il testo unico della finanza e la riforma del diritto societario, e infine con la destrutturazione e pluri-modulazione in “sotto-tipi” della s.r.l., il principio di tipicità può dirsi, se non tramontato, certamente fortemente appannato nel nostro ordinamento giuridico, con forti assonanze con gli altri ordinamenti europei. Con una formula sintetica potremmo dire che il sistema societario è passato dai tipi ai modelli.

 

 

Il progetto EMCA può rappresentare un modello al quale i diversi legislatori possono ispirarsi?

 

In un campo vitale per la crescita e lo sviluppo economico, e dunque per il complessivo benessere non solo delle imprese ma delle persone tutte, quale è quello delle società di capitali, il progetto EMCA e la grande ricerca delle soluzioni più razionali, che esso esprime, potranno certamente costituire un ausilio ai legislatori di molti Paesi verso l’adozione delle regole migliori e più efficienti, in quanto non imposte da altra forza che non sia quella della ragione.

 

 

 

Tags:
cosimo ferridiritto societarioprogetto emca





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