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Palazzi & potere
FASCISMO: RITORNO 'IMPOSSIBILE', CONFRONTO D'ALEMA-FRATTINI-FISICHELLA

C’è il pericolo del ritorno del fascismo in Italia anche alla luce del sentiment pro "uomo forte" certificato dal Censis? Alla Link Campus la presentazione del libro di Bruno Vespa "Perché l’Italia diventò fascista e perché il fascismo non può tornare" ha fornito l’occasione per un dibattito sull’argomento tra Massimo D’Alema, Franco Frattini e mons. Rino Fisichella. "Il fascismo sono convinto che non possa tornare -ha detto D’Alema- perché l’Italia è inserita saldamente nell’Unione Europea e nel contesto internazionale e pagherebbe un prezzo troppo alto in termini di isolamento. Se è impensabile una prospettiva autoritaria come quella del fascismo, tuttavia ci sono alcuni aspetti della nuova destra che cresce in Italia che, pur non potendo dar vita ad un regime di tipo fascista, presenta tratti della cultura fascista come il nazionalismo aggressivo (e piagnone di chi oggi dice sui migranti ’ci hanno lasciati soli’) e una vena razzista, non in chiave antisemita bensì anti-islamica". Monsignor Fisichella, presidente del pontificio consiglio della Nuova evangelizzazione, ha inserito una postilla nell’escludere il ritorno di un regime: "Anche io sono d’accordo che il fascismo non può tornare, come ha detto Massimo D’Alema, ma aggiungo: non può tornare se... ’Se’ che cosa? Se c’è un Parlamento forte, se le istituzioni collaborano tra loro, se ovviamente il popolo è responsabile".

"Vedete, si è parlato della ricerca dell’uomo forte, ci dice il Censis -ha aggiunto Fisichella-, io per natura sono alla ricerca del pensiero forte, è stato teorizzato purtroppo negli anni Ottanta il pensiero debole, non senza motivo ma se il pensiero è debole ne scaturisce una debolezza della politica e delle istituzioni. Dobbiamo fare di tutto per recuperare la forza del pensiero. Io non credo che ci si possa accontentare giorno dopo giorno di battute e strategie dal respiro molto corto". Per l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, ora presidente Sioi e presidente di sezione del Consiglio di Stato, "il fascismo oggi non può tornare" ma ciò a cui assistiamo nel mondo è lo sviluppo di leadership "che parlano direttamente al popolo, saltando la mediazione istituzionale" forti anche della tecnologia della rete. E poi, il rapporto con gli esclusi: Frattini ha citato Hillary Clinton, che conobbe una "svolta negativa" nella sua campagna elettorale conto Donald Trump quando parlò degli operai senza lavoro o dei padroni falliti della Rust Belt come "deplorable", "miserabili" elettori di Trump. "Ecco -ha detto Frattini- se un’esponente così importante di un establishment glorioso arriva a insultare così i ’dimenticati’, i ’forgotten’, quelli votano Trump, perché li accontenta facendo la voce grossa contro gli Stati che hanno favorito la delocalizzazione delle aziende Usa e probabilmente lo faranno vincere anche la prossima volta". Insomma, il fascismo no, ma "se non torna l’idea che problemi complessi non possono avere risposte semplici e immediate, se si salta il ruolo delle istituzioni, se non si ripristina il merito e se non si abbandona l’improvvisazione, non tornerà il regime, ma certo aumenterà quella disperazione che sappiamo essere solo foriera di guai".

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