Palazzi & potere
Grasso in Sicilia: il grimaldello di Renzi per ottenere elezioni anticipate

La verità, come abbiamo scritto nelle scorse settimane, è che con la 'scusa' della candidatura Grasso, Matteo Renzi vuole creare un 'vulnus' istituzionale (risolvibile a parere del giglio magico solo con lo scioglimento anticipato delle Camere); insomma, sarebbe la 'tempesta perfetta' per tentare di ottenere il voto anticipato a novembre (in concomitanza con le regionali siciliane).
Per Matteo Renzi dev' esser stato duro salire le scale di Palazzo Giustiniani, dove ad attenderlo martedì scorso c' era Pietro Grasso.
Nei mille giorni di Palazzo Chigi il leader del Pd con lui non si è mai preso, ma c'è un motivo se una figura istituzionale vissuta per anni come un ostacolo all' azione di governo, è diventata un' àncora a cui aggrapparsi: nel caso il presidente del Senato si candidasse a presidente della Sicilia, l' animo di Renzi sarebbe in parte sollevato. Il suo incubo infatti è che in autunno l' Isola venga conquistata dai grillini e trasformata in rampa di lancio per la conquista dell' Italia intera.
Il problema assume dimensioni istituzionali, perché non c'è precedente di un presidente del Senato che lascia il suo scranno per correre alle Regionali. In questi giorni - confermano fonti autorevoli del Pd - sono state riservatamente studiate le possibili procedure, arrivando a ipotizzare le dimissioni di Grasso, che affiderebbe il suo ruolo a un vice.
Ma la carica è delicata, perché la Costituzione gli assegna la funzione di supplenza del capo dello Stato, che non può essere assunta nemmeno dal presidente della Camera. Tanto che - racconta il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli - gli inquilini di Palazzo Madama «lasciano di solito in cassaforte il nome del proprio sostituto in caso di decesso». Sarebbe praticabile affidare il ruolo a un vice o - in finale di legislatura - costringere all' elezione di un nuovo presidente quel ramo del Parlamento dove la maggioranza fatica quotidianamente? Prendendo in esame lo stato delle cose, Grasso e Renzi hanno convenuto di prendere tempo.
In realtà è singolare che il nome del presidente del Senato continui a essere accostato alla competizione per la presidenza della Sicilia, come nulla fosse.