Palazzi & potere

Il Barolo steso dal Brunello e dall’Amarone

Il Barolo steso dal Brunello e dall’Amarone

Il Barolo dimezzato, o quasi. Da Barone rampante del mondo vitivinicolo, pronto a sfidare persino la Francia, il Barolo oggi sembra soffrire una crisi di identità. Come il Visconte di Italo Calvino. Da un lato, scrive MontenapoDaily (https://montenapodaily.com/2020/12/17/il-barolo-steso-dal-brunello-e-da-amarone/) è forte di due annate consecutive formidabili, la 2015 e la 2016, dall’altro la maggior parte dei produttori durante un’assemblea, che più passa il tempo più appare surreale, ha votato la scorsa estate contro la riserva vendemmiale. E questo accade proprio in un periodo di forte crisi. Una crisi che tocca quasi tutte quante le denominazioni italiane, eppure l’ammiraglia della viticoltura nostrana è accusata da più parti di aver perduto la rotta. Secondo i dati Ismea nella campagna 2019-2020, c’è stato un calo dei prezzi del -3% per i vini Igt e del -5% per i vini Dop. Ma con andamenti diversi tra singole denominazioni. Vediamo i primi sette mesi del 2020: il Barolo, sullo sfuso, perde il -14,2%, passa cioè da 740 a 635 euro ad ettolitro, con una dinamica simile per il Barbaresco, a -11,9%, per un valore medio di 493 euro ad ettolitro. Mentre il Brunello di Montalcino, con un calo del -9,8%, resta su quotazioni di tutto rispetto, passando dai 1.085 euro ad ettolitro del 2019 ai 978 del 2020. Stabile l’Amarone della Valpolicella, sui 775 euro a ettolitro. (vedi WineNews) Quindi smartphone alla mano in molti hanno denunciato, con tanto di fotografie, la vendita del Barolo DOCG a prezzi stracciati sugli scaffali dei supermercati. Il sottocosto ha raggiunto al ribasso persino i 7,99, 8,99 euro sulle due ultime strepitose annate...