Palazzi & potere

Il Governo Mondiale Invisibile: Falcone e Borsellino nel mirino di Gladio

Parla il Giudice Ferdinando Imposimato

Nell’agosto del 1990 il Presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti rivelò l’esistenza di una organizzazione paramilitare , Gladio Stay Behind, alla Camera dei deputati. La funzione ufficiale di Gladio era stata, secondo Andreotti, la difesa dell’Italia da una possibile invasione da parte della Unione Sovietica. Ma vedremo che ben altri erano gli scopi. Andreotti e il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga erano capi della Gladio in Italia.

 
Giovanni e Paolo, che indagavano sui delitti politici di Palermo, intuirono una terribile verità: Gladio era coinvolta nei delitti politici commessi in Italia tra cui gli omicidi del Presidente della Regione Piersanti Mattarella, dell’onorevole Pio La Torre e del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e sua moglie Emanuela Setti Carraro.
 
Intanto nel settembre 1990 fu ucciso il giudice Rosario Livatino della Procura di Agrigento.
La Commissione parlamentare Stragi accertò la verità sulla vera natura di quella misteriosa associazione: Gladio – Stay Behind non serviva a difendere l’Italia da una possibile invasione da parte della Unione Sovietica; era associazione illegittima a guida Cia (Central Intelligence Agency) che controllava i servizi segreti italiani e altri servizi segreti del mondo occidentale. Tutti i membri di Gladio avevano il Nulla Osta sicurezza NATO. Ma la NATO era anche la entità da cui provenivano gli esplosivi usati per tutte le stragi commesse in Italia.
 
A questo punto, scrive Imposimato su La Voce delle Voci (www.lavocedellevoci.it), occorre inquadrare la vera natura di Gladio, il mistero dei misteri, l’enigma della Repubblica. Le analisi della Commissione Stragi non erano sufficienti, né quelle della stampa e degli storici. E mentre mi dibattevo per cercare di risolvere il segreto, la buona sorte mi venne incontro. Eseguendo ricerche storiche, trovai alcuni documenti allegati alla requisitoria del Pubblico Ministero Emilio Alessandrini sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Quella strage era stata lo spartiacque di tutte le stragi .A darmi un aiuto fondamentale fu il mio amico ex giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio , napoletano , divenuto senatore. Egli mi diede, nel 2012, la requisitoria di Alessandrini, con tre allegati. Erano un documento del 1967 e due del maggio1969, nascosti a Montebelluna, in una banca locale, dal terrorista di Ordine Nuovo Giovani Ventura arrestato per le stragi di Milano . Essi descrivevano il governo mondiale invisibile, che aveva come struttura portante Gladio SB, parlavano della “guerra occulta”, cioè della strategia della tensione , alimentata dal world deep state da anni, in varie parti del mondo, di “gruppi di pressione internazionali” e della necessità di compiere attentati con il sostegno di alcuni Paesi tra cui gli Stati Uniti.

 

La svolta: Gladio nel mirino di Falcone e Borsellino

 

Nel 1990 avvenne la svolta: Falcone decise di indagare su Gladio e sulla sua probabile implicazione negli omicidi Mattarella, LaTorre e altri. Falcone fu costretto a lasciare la Procura di Palermo e ad andare al Ministero della Giustizia . Il suo obiettivo era fare la legge sui pentiti , la Procura Nazionale Antimafia , la legge sull’isolamento dei mafiosi più pericolosi ( il famoso 41 bis) , ed altre leggi necessarie alla lotta alla mafia.
 
Nel 1991 Falcone scrisse nella sua agenda elettronica appunti sul ruolo di Gladio negli assassini di Palermo; e Paolo Borsellino era perfettamente d’accordo su questa diagnosi, ma entrambi trovarono ostacoli.
 
Il 25 giugno 92 a Palermo, Paolo Borsellino rivelò “di avere saputo molte cose da Giovanni Falcone prima della strage di Capaci ma non poteva parlare pubblicamente”, “parlerò col Procuratore della Repubblica di Caltanissetta (Celesti).
 
Ma cosa dicevano questi appunti? Il cuore di questi appunti di Falcone riguardava Gladio.
 
Era chiaro che la ossessione di Falcone era l’indagine su Gladio.
Paolo sapeva di Gladio, costato la vita all’onorevole La Torre, come aveva accertato l’avvocato Armando Sorrentino difensore della moglie di La Torre.
Precisi elementi, ricavati dai tre predetti documenti, allegati alla requisitoria di Emilio Alessandrini, mi consentirono di scoprire che Gladio era responsabile della strategia stragista in Italia a partire dalla Strage di Portella della Ginestra. Stragi di Capaci e via D’Amelio ebbero stessi organizzatori ed esecutori: Cosa Nostra.