Palazzi & potere
Referendum, l'appello al voto del Presidente emerito della Consulta Marini
In esclusiva per Affaritaliani
Il Comitato che ho l’onore di rappresentare rivolge a tutte le elettrici e a tutti gli elettori un accorato appello per rifiutare la conferma di una riforma che segnerebbe la fine di una Costituzione definita da tutti, ed in particolare dai sostenitori del SI, la più bella del mondo. Anche se poi si è detto, per giustificare, o meglio per tentare di giustificare, un successivo mutamento di opinione che il giudizio, innanzi riferito, riguarderebbe (solo) la prima parte della Costituzione e non la seconda che si potrebbe (e dovrebbe) cancellare così dimenticando che prima e seconda parte, oltre ad essere scritte dalla stessa mano sono tra loro indissolubilmente legate e che se non è bella la seconda parte della Costituzione non è bella neppure la prima.
Ma non basta! Mi chiedo e vi chiedo, elettrici ed elettori, come si possa prendere sul serio una Costituzione voluta dal Governo e scritta da una sola parte politica anche se con la consulenza (o superconsulenza) del Presidente emerito della Repubblica che, in quanto tale, l’unica cosa che avrebbe dovuto fare sarebbe stata quella di astenersi da una condotta sostanzialmente di parte (o che così è stata percepita), come hanno fatto prima di lui i suoi illustri predecessori; non senza in proposito dimenticare che anche un semplice voto di assemblea è stato (e giustamente) aspramente criticato in quanto espressione di un giudizio di parte estraneo in quanto tale al Presidente di tutti gli Italiani.
Mi chiedo e vi chiedo, elettrici ed elettori, se ritenete, poi, normale che il Presidente del Consiglio, anziché svolgere la sua alta funzione nell’interesse della Nazione, si metta a guidare una campagna referendaria dimenticando che, come diceva Piero Calamandrei, quando si discute della Costituzione i banchi del Governo dovrebbero essere vuoti in quanto (così va interpretato il suo monito) il Governo, disponendo di mezzi (sia sul piano economico che su quello (per fare qualche esempio) della semplice comunicazione) incomparabilmente superiori a quelli dei comuni mortali e facendone necessariamente uso, viene ad alterare, consapevolmente o meno, quella parità della armi che è principio inderogabile di carattere non solo politico, ma anche morale di ogni competizione elettorale.
Mi chiedo e vi chiedo, elettrici ed elettori, se in nome di una ipotetica governabilità e per mandare la sera a letto tranquillo e sereno il Presidente Renzi sia concepibile un sistema elettorale (il c.d. Italicum) rispetto al quale la legge Acerbo e la legge Truffa diventano modelli democratici.
È vero che il nostro Presidente ha espressamente dichiarato dopo averla inventata di voler modificare tale scellerata legge; ma è vero che a tale promessa non ci crede nessuno e non ci crede neppure e in primo luogo lo stesso Presidente.
Mi chiedo e vi chiedo, elettrici ed elettori, se ritenete normale e corretto che il nostro Presidente del Consiglio minacci (o, secondo taluni, prometta) di andarsene a casa in caso di vittoria del NO così personalizzando una campagna referendaria che non dovrebbe personalizzare e che, con l’ennesima bugia, dichiara di non voler personalizzare.
Tante altre cose avrei da dire ed in particolare, scelgo a caso, l’illegittimità della stessa riforma deliberata da un Parlamento eletto sulla base di leggi giudicate incostituzionali dal nostro supremo organo di garanzia con la nota sentenza n. 1 del 2014 e le bugie che sono state dette per quanto riguarda le conseguenze positive sul risparmio di spesa e sulla maggiore rapidità del procedimento legislativo, che deriverebbero dalla c.d. eliminazione (parziale e pasticciata) del bicameralismo paritario.
Ma si tratta di cose già dette e che non voglio ripetere.
Nell’invitarvi a votare un NO deciso e convinto a questa riforma non posso tuttavia non ricordare con profonda amarezza tutte le mancate riforme, in tema di giustizia, di lavoro, di previdenza, che avrebbero migliorato le condizioni di vita dei più bisognosi e che invece hanno dovuto cedere il passo ad una riforma fatta su misura del Presidente Renzi per farlo eventualmente (e contrariamente a quanto dice) durare ancora (nella migliore delle ipotesi) una ventina di anni.
Concludo ricordandovi che il voto referendario è l’ultima occasione che avete per mandarlo a casa e salvare il destino delle generazioni presenti e future del nostro Paese.
Vi ringrazio
Annibale Marini