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Palazzi & potere
"La Ragione era Carnale", il nuovo libro di Mariagloria Fontana
Mariagloria Fontana con Fulvio Abbate e Tommaso Martinelli

Parafrasando Ennio Flaiano: la forza de ‘’La Ragione era Carnale’’, esordio letterario della giornalista Mariagloria Fontana, Armando Curcio Editore,  sta nella parola che ferisce, che convince e che placa. Oggi ne parleranno con l’autrice: il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, autore di una legge contro il bullismo e il cyberbullismo, la avvocatessa e volto tv Manuela Maccaroni, la Top Model curvy e opinionista Elisa D’Ospina, l’attore e conduttore radiotelevisivo Enrico Silvestrin, i giornalisti Federico Zamboni e Francesco Vergovich presso il Gazometro 38 di Roma alle ore 17,30.

Che genere di romanzo è La Ragione era Carnale?

Un romanzo di formazione. Il mio modello è il romanzo di formazione per antonomasia: Il Giovane Holden di J.D. Salinger. La Ragione era Carnale è sospeso tra chi siamo e cosa sogniamo di essere, tra desiderio e compimento del desiderio, tra vita pubblica e vita latente.

Cosa intendi per ‘’vita latente’’?

Una vita sconosciuta persino a noi stessi, che si concretizza soltanto quando incontriamo quel ‘’tu’’, quello sguardo altrui, che non necessariamente è l’amore della nostra vita, che ci mette in contatto con le parti di noi che forse non vorremmo vedere, questa è la relazione per eccellenza, ‘’lo sguardo per altri’’, in un certo senso, dell’Essere e il Nulla di Jean Paul Sartre.

In questa storia lo strumento di seduzione sono le parole, il linguaggio scritto. Cos’è per te la parola?

Come scriveva Simone de Beauvoir nel suo primo romanzo autobiografico, Memorie di Una Ragazza Perbene, le parole fermano la realtà solo dopo averla assassinata. Per dirla con lei, per me le parole sono delle assassine dal fascino imperituro.

 

Il sogno della protagonista, Bianca, è di diventare una giornalista come Milena Gabanelli e  Christiane Amanpour. Credi che i ragazzi di oggi ci si possano riconoscere e abbiano questi modelli di riferimento?

No,  Bianca ha un’idea di giornalismo, se vuoi ‘’romantica’’, bellissima,  che in Italia non esiste più. Una ventina di anni fa, tutte le ragazze sognavano di fare Miss Italia, poi è venuta la volta delle attrici e , infine, oggi si passa da Miss Italia direttamente a fare la giornalista. Credo che il settore del giornalismo in Italia manchi di competenza, preparazione e , soprattutto, attitudine e profondità esistenziale.

 

Che difficoltà riscontri nell’attuale panorama editoriale e letterario italiano?

Manca la distribuzione e la possibilità di arrivare attraverso i media al grande pubblico che stenta a conoscere i tuoi romanzi.  Si pubblica un libro e non lo si trova nelle librerie. Inoltre, come accade in  molti ambienti in Italia, è un settore precluso a chi non fa parte di certe conventicole, ma adesso con questa frase sembrerò Sergio Castellitto nel film ‘’Caterina va in città’’ di Paolo Virzì .

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