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Palazzi & potere
La NATO: Un cyber attacco come un attacco di guerra

La NATO si appresta a riconoscere un cyber attacco come un atto di Guerra


La NATO ufficialmente si appresta a riconoscere il cyber spazio come il “quinto dominio” per operazioni militari, una decisione storica che avrà ripercussioni significative sotto il profilo diplomatico.
L’attuale contesto nel cyber spazio è estremamente dinamico, una pletora di attori è responsabile di un numero crescente di attacchi caratterizzati da un livello di complessità crescente.
Ciascun governo consapevole della minaccia che può avere origine nel cyber spazio, ma che può avere conseguenze reali quanto drammatiche, sta investendo nello sviluppo di capacita informatiche volte a difendere le proprie infrastrutture critiche da offensive da parte di governi stranieri.
Il cyber spazio e gli attacchi da esso originati sono tuttavia profondamente differenti dalle offensive militari tradizionali, basti pensare alla difficoltà di attribuzione di un’offensiva, all’asimmetria ed all’istantaneità di un cyber attacco.
Ma cosa accadrebbe in caso di attacco contro uno degli stati membri dell’alleanza NATO?
Secondo un portavoce della NATO, l’alleanza potrebbe invocare l’articolo 5 del Trattato della Nato per rispondere all’aggressione qualora ci si confronti con un attacco informatico con serie ripercussioni, ad esempio un cyber attacco in grado di paralizzare le infrastrutture critiche di una nazione.
Il concetto è stato esposto ai media dal segretario generale della NATO Jens Stoltenberg il quale ha dichiarato: 
“Abbiamo convenuto che riconosceremo il cyberspazio come un settore operativo. Proprio come l’aria, mare e terra”
“Un severo attacco informatico può innescare la risposta dell’Alleanza che deve quindi reagire.” Spiega Stoltenberg in un’intervista al giornale Tedesco Bild.  “La risposta sarà proporzionale alla severità dell’attacco” 
Stoltenberg ha spiegato che la NATO intende rispondere ad ogni offensiva contro i membri dell’alleanza, un attacco informatico può essere quindi considerato un atto di guerra.
Tutte le nazioni dell’alleanza dovranno supportarsi reciprocamente per la difesa delle loro infrastrutture, ha spiegato Stoltenberg.
"[Questo] significa che coordineremo ed organizzeremo i nostri sforzi per proteggere gli stati membri da attacchi informatici in modo migliore e più efficiente. Si tratta di sviluppare le nostre capacità e la capacità di proteggere in parte le reti informatiche della NATO, ma anche di aiutare ed assistere le nazioni nella difesa delle loro reti informatiche. ", Ha aggiunto Stoltenberg.
"Dal momento che è molto difficile immaginare un conflitto militare senza una dimensione cibernetica, questa decisione è molto importante,"

La decisione della NATO è stata anticipata da Stoltenberg ai primi di Giugno, ma sarà ufficialmente comunicata durante il prossimo vertice della NATO che si terrà a Varsavia l’8 e 9 Luglio.
Se confermata, possiamo affermare che questa è una decisione storica che cambierà radicalmente la dottrina militare in materia di Information Warfare.
La decisione di considerare il cyber spazio come un dominio strategico è in linea con la strategia militare degli Stati Uniti. Il Governo americano ha riconosciuto lo spazio cibernetico come una zona di guerra e per questo motivo nel 2009 ha istituito il Comando USCYBERCOM per adempiere ai compiti legati ai conflitti informatici.
Nel mese di aprile 2016, il governo degli Stati Uniti ha annunciato di aver lanciato una serie di attacchi informatici contro lo Stato islamico coordinate dal Cyber Command.
Ritornando alla decisione della NATO, molti esperti si chiedono se l’alleanza Atlantica sia realmente in grado di difendere le infrastrutture critiche dei suoi stati membri dagli attacchi informatici.
L’assenza di confini fisici reali nel cyber spazio richiede una rielaborazione di concetti propri della dottrina militare tradizionale, quali il concetto di conflitto, di arma cibernetica e di regole di ingaggio.
Non solo, occorre tenere presente che l’assenza di un framework legale riconosciuto su scala globale in materia information warfare potrebbe inasprire tensioni tra stati.
Pensiamo ai continui attacchi operati da hacker Russi e Cinesi contro infrastrutture critiche di stati europei. In che modo andrebbero gestiti operazioni cibernetiche come quelle condotte dalla Russia in Ucraina?
“La situazione nell’Ucraina dell’est, a causa della presenza di forze sovietiche resta preoccupante” ha sottolineato il segretario generale dell’Alleanza Stoltenberg rinnovando “l’appello alla Russia perché fermi la destabilizzazione dell’Ucraina.”
Stoltenberg ha confermato che le milizie Russe nell’area violano quotidianamente la tregua, e badate bene parliamo di dottrina militare tradizionale. Se estendiamo l’analisi di tali violazioni al cyber spazio possiamo affermare che il Cremlino da molto prima del suo ingresso in Ucraina sta conducendo attacchi informatici contro infrastrutture critiche del paese, quali reti di telecomunicazioni e grid elettrici.
La strategia è non dissimile da quella che nel 2008 adottò la stessa Russia nei confronti della Georgia, in quell’occasione l’intensificarsi di attacchi informatici contro infrastrutture del paese precedettero l’azione militare delle truppe sovietiche che invasero il paese.
E’ chiaro che molto è ancora da farsi, tuttavia la decisione della NATO è un atto doveroso a cui dovrà corrispondere un notevole sforzo politico e diplomatico affinché possa essere recepito da potenziali aggressori.

Pierluigi Paganini 
Direttore Master Cybersecurity 
Link Campus University

Tags:
cyber attacco





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