Libero, Senaldi ad Affari: "Renzi pensi al suo partito non ai nostri titoli"
Libero, bufera sul titolo: "Per stendere Renzi bisogna sparargli"
"Il titolo di stamattina? Ovviamente non c'è nessun intento di incitare alla violenza, si tratta solo di un modo di dire". Spiega così ad Affaritaliani.it Pietro Senaldi, direttore di Libero, quel "Per stendere Renzi bisogna sparargli" in apertura del quotidiano che, manco a dirlo, ha sollevato un vero polverone.
"È allucinante che ci attribuiscano cose che non abbiamo nemmeno lontanamente pensato - continua Senaldi -. In questo momento Matteo Renzi dovrebbe prestare attenzione a ciò che accade all'interno del suo partito, non certo ai titoli dei giornali".
Intanto la bufera non si placa. Immediate le reazioni di sdegno di numerosi esponenti dem e dei ministri. Ma contro il titolo di Feltri e Senaldi si sono scagliati anche i due presidenti delle Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso e la stessa Fnsi, il sindacato dei giornalisti.
Il primo a reagire è stato il capogruppo alla Camera Ettore Rosato secondo il quale "ormai si è perso il senso delle parole. Il titolo di oggi di @Libero_official è incitazione alla violenza che non ha precedenti #vergogna". Solidarietà a Renzi anche dalla ministra Anna Finocchiaro che giudica "inaccettabile" il fatto che parole del genere vengano da un organo di stampa mentre per il capogruppo dem a Palazzo Madama Luigi Zanda "dovrebbero intervenire immediatamente non solo gli organi di controllo della stampa per ristabilire la decenza del linguaggio, doverosa per in un Paese democratico. Ma, di quel titolo, dovrebbe occuparsi anche la magistratura".
La Boldrini parla di "titolo agghiacciante" e conclude che "questo non è giornalismo". Per Grasso "il titolo di #Libero non è un'analisi politica. Non è una metafora. Non è una provocazione. Non è una sintesi. Non è una battuta. È solo triste e intollerabile spazzatura".
Per la Federazione nazionale della stampa la prima pagina di Libero "è istigazione alla violenza e incitamento all'odio" e per questo il sindacato dei giornalisti offre "al segretario del Pd, così come ad ogni altra persona colpita da parole trasformate in pietre, la solidarietà della Fnsi".