Palazzi & potere
Merito e competenza nell'era dei social
Merito e competenza nell'era dei social
Di primo acchito verrebbe da dire che siano poco presenti, non tanto in chi commenta o condivide, ma proprio quali argomenti trattati. Si discetta su tutto e, in verità, molto spesso con scarsa competenza. Questo va detto, anche perché da parte di molti il virtuale è spesso confuso con il reale. Ricorda un celebre schetch di Indietro Tutta in cui Massimo Troisi si convinceva di essere Rossano Brazzi perché lo diceva il regolamento, la televisione e la televisione non può sbagliare. Ecco, attualmente, sempre più spesso si sente dire: è vero, l'ho letto anche su Facebook!
È evidente che i social abbiano grande utilità, ma da strumento stanno diventando realtà e si utilizzano poco per veicolare l'autenticità, la verità. Troppo poco anche per illuminare il merito o la competenza al servizio degli altri. Professionalità alta si declina in azioni fini a sé stesse, come affrettarsi a mettere un like per marcare il territorio o commentare un post per segnalare la propria connessione costante, salvo dimostrare, con il proprio commento inappropriato, di non averlo neanche letto. Solo per citare gli esempi che più evidenziano una tenera regressione.
Poi, però, ci si imbatte in post o commenti o pagine o profili che aprono alla speranza perché ti edificano con sapienza, eleganza, ironia, insomma con la bellezza che si contrappone al lamento o alla visione negativa del mondo e del genere umano. E insegnare la Bellezza è missione alta che i social svolgono attraverso moltissime persone accorte che riescono ad imporsi districandosi tra fiori, gatti, frasi ad effetto e luoghi comuni. Allora sì, merito e competenza, quali elementi del bello e di rispetto della libertà ed identità, si ritrovano nel mondo virtuale, manifestando la loro forza. Li avvolgono e, manca poco, si preparano ad invaderli.