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Palazzi & potere
Migliaia di euro per i rimborsi. I leader M5S usano gran parte dei fondi

Hanno rilanciato la battaglia sugli stipendi degli onorevoli. Rispolverando un vecchio cavallo di battaglia. Che ha avuto grande eco sui social. I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno presentato alla Camera la mozione - respinta dalla maggioranza - per il taglio delle retribuzioni a 3mila euro al mese per deputati e senatori. Eppure, al di là delle indennità fisse, anche loro tra spese telefoniche, stampe per materiale informativo e costi per il trasporto impiegano migliaia di euro di rimborsi, previsti dalla legge. E al computo bisogna sommare voci di bilancio generiche come “missioni non ufficiali” e “consulenze varie”. Capitoli aggiuntivi, scrive la notizia, che gravano sui conti pubblici. Certo, dai numeri emerge un aspetto: la loro indennità è stata auto-ridotta a 3mila euro. E c’è una evidente trasparenza sull’impiego dei fondi. Ma resta un dato: solo per il primo bimestre del 2016 sono stati spesi migliaia di euro anche dai pentastellati. La Notizia ha controllato il sito realizzato per il rendiconto delle spese dei 5 Stelle presenti nelle Istituzioni. Un elemento balza agli occhi: solo 21 parlamentari hanno aggiornato i dati a maggio. “A settembre saranno alli
neati”, garantiscono dal Movimento Cinque Stelle.
OCCHIO AI BIG L’attenzione cade sui componenti del direttorio a 5 Stelle, a cominciare dal leader in pectore, Luigi Di Maio. Tra gennaio e febbraio ha speso 2.407 euro per organizzazione di eventi e materiale di comunicazione.
Alla cifra vanno aggiunti 3.160 euro per “missioni non ufficiali” e 3.905 per “consulenze varie”. Solo con queste voci il totale sfiora i 9.500 euro di rimborsi. L’altro peso massimo dei Cinque Stelle, alessandro Di Battista, ha usato meno fondi per iniziative politiche. Ma nei primi due
mesi dell’anno ha speso poco meno di 1.900 per il vitto (spese alimentari, cene e pranzi) e 2.600 di consulenze, di cui 2.194 in assistenza legale (che il deputato rinnova puntualmente). Inoltre ci sono 906 euro tra carburante e taxi. E nella nota spesa c’è una curiosità: un biglietto di 1,50 euro per i mezzi pubblici. Il presidente della Vigilanza Rai, Roberto fico, ha usufruito in due mesi di rimborsi pari 3.082 euro per “missioni non ufficiali” e spese logistiche con lo scopo di partecipare a eventi. carla Ruocco, l’unica donna del direttorio, risulta molto attiva sul fronte delle iniziative politiche: la spesa di questa voce ammonta a 2.927 euro. Ed è pure assidua utilizzatrice dei taxi: ha chiesto rimborsi, pari a 794 euro. Infine c’è carlo Sibilia, altro componente del direttorio M5S:  in due mesi ha speso 1.594 euro in consulenze varie e 1.539 per pasti tra pranzi e cene. Tutto nei canoni della legge e della trasparenza. Ma il conto resta abbastanza salato. Anche se come ha spiegato la deputata del Pd, Giuditta Pini: “Non succede nulla perché un deputato con quei soldi, va in giro per le città, per i paesi, a portare avanti le istanze del suo MoVimento. Si chiama politica”.

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rimborsi elettoralim5smovimento 5 stelle





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