Mps: a quattro anni dalla morte di David Rossi, il paese chiede giustizia
L'intervento su Affaritaliani di Elio Lannutti (Presidente Adusbef) e Daniele Pesco (Portavoce M5S)
Lo strano ‘suicidio’ di David Rossi, il capo della Comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, avviene con la caduta dalla finestra del suo ufficio, nel retro di Piazza Salimbeni, esattamente alle 19 e 59 e 23 secondi del 6 marzo 2013, con il corpo che cade e rimbalza in un vicolo cieco.
La famiglia, che non ha mai creduto alle ipotesi del ‘suicidio’, si è opposta alle frettolose archiviazioni della Procura di Siena, commissionando una perizia a Luca Scarselli, che dopo aver acquisito prove, ha commentato il filmato pubblicato dal New York Post, agli atti dal 2013 con immagini e fotogrammi, che registrano l'agonia del povero David Rossi, "Il filmato presenta delle caratteristiche tecniche particolari che fanno pensare" dice Scarselli." Difatti ad esempio "Dagli atti risulta che l'orario delle 19:59:23 è quello del DVR che però era 16 minuti avanti rispetto l'ora reale. La caduta è avvenuta in realtà alle 19:43. "
Riguardo al filmato inizialmente messo a disposizione dei legali Scarselli dice che " Il video comincia alle ore 19 e 59 e finisce alle ore 21 e 04. Si tratta quindi di un'ora e cinque minuti, ma il filmato presente negli atti dura 58 minuti. E' una particolarità rilevante, sette minuti sono un'eternità. O c'è stata un'errata conversione del file oppure qualcos'altro che non è stato spiegato finora". Infatti "Lo scostamento fra la durata del video e l'arco temporale della registrazione ha originato la richiesta del file in formato originale che ci è stato consegnato l'otto luglio 2016, il cui formato e qualità di riproduzione sono riconducibili al video pubblicato dal nyp a giugno. Questa video ha una durata corretta ma di esso non conosciamo diversi parametri, fra cui il frame rate, cioè con quanti frame al secondo sono state acquisite le immagini."
“Si vede l'agonia del povero Rossi che dura circa 23 minuti nei quali si agita, alza le braccia, gira la testa. Durante questa agonia compaiono delle ombre di figure umane in fondo al video e ciò accade in almeno sette o otto occasioni. C'è attività in fondo al vicolo e quasi sicuramente ci sono mezzi fermi. Per chi non è di Siena sottolineo che quel vicolo è cieco, cioè chiuso da un muro e ci si accede soltanto dalla via De Rossi. Percorrendo quella strada - spiega Scarselli - il vicolo dove è morto Rossi si vede benissimo ed io ho quasi la certezza che ci fossero parcheggiati dei mezzi, si vedono anche le luci, oltre alla presenza di persone.". "La procura non ha dato peso a queste evidenze del filmato, ritenendo che non fossero riconducibili ad attività di occultamento anche se il comportamento che si evince dal filmato non lascia dubbi a mio parere". "Quando si arriva in fondo al filmato si notano poi due persone vicine al corpo che quasi sicuramente non sono coloro che c'erano in fondo al vicolo e che hanno eventualmente partecipato ad una azione di occultamento. Le due persone che arrivano poco dopo le ore 21 sono, secondo quanto descritto in atti, un alto dirigente e un impiegato della banca (il CFO Bernardo Mingrone e il segretario di Rossi Giancarlo Filippone, la persona che si avvicina)". Scarselli ha anche parlato dei dubbi sulla caduta di Rossi. "Per quello che ho costatato è scarsamente compatibile con un'azione suicidiaria. Nel video si vede che Rossi cade con la faccia rivolta verso il muro, il dorso dritto e le gambe leggermente inclinate. Gli inquirenti hanno supposto che fosse seduto su una sbarra della finestra che si sia lasciato andare all'indietro. Tutto ciò è impossibile dal punto di vista della fisica. Una persona non cade nel modo che si vede nel filmato neppure se si mette in piedi, ne sono certo al 100% e confido che questo verrà detto e confermato anche da chi oggi sta facendo le nuove indagini dal punto di vista tecnico. L'ipotesi, da quello che si vede, è che Rossi fosse dritto con il tronco cadendo poi senza slancio, tale posizione è possibile solo se il corpo è trattenuto sotto le ascelle oppure che fosse appeso,"
"Questa ultima ipotesi ,al momento, a dfferenza della perizia dei Ris, la escludo categoricamente in quanto in contrasto con i rilievi effettuati a terra, l'ipotesi secondo me più presumibile è che possa essere stato tenuto per le braccia e con le gambe sollevate prima di essere lasciato."
Da tutti questi elementi confermo che il moto non si concilia, o mal si concilia, con un evento suicidario".
Anche i parlamentari del M5S, che hanno depositato una serie di interrogazioni ed interpellanze, non hanno mai creduto al suicidio. Nell’ultima interpellanza (2-01669) firmata da 45 parlamentari del M5S: “I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, per confutare la risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 2-01068, col quale il Sottosegretario per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, affermò «La Procura di Siena ha precisato, difatti, come alcun collegamento fosse emerso: tra il decesso del Rossi e i fatti di insider trading per i quali la procura della Repubblica di Siena procedeva nell'ambito del fascicolo a carico di Briamonte Michele, sottoposto a misura cautelare interdittiva; in relazione agli ipotizzati rapporti tra il Rossi ed il Ministero dell'interno; in relazione all'asserito collegamento tra il Rossi e le società Mens Sana Basket S.p.A. e A.C. Siena S.p.A.», senza specificare la tipologia di collegamenti riscontrati e comunque oggetto di quesiti al Ministro dell'interno, che non ha risposto in modo soddisfacente.
Il Fatto Quotidiano pubblica il 9 dicembre 2016 l'articolo «Mps, morte di David Rossi: «Perizia ipotizza il suicidio del manager» con le parole, del legale della famiglia Rossi, secondo il quale la perizia «sposa l'ipotesi del suicidio, perché, non sono state trovate evidenze della presenza di terze persone», seppur «esclude in modo categorico la dinamica per cui Rossi si sarebbe seduto sul davanzale della finestra prima di cadere ed esclude che le lesioni nella parte anteriore del corpo siano state provocate dalla caduta». Si tratta di concetti ribaditi da altre testate giornalistiche (Corriere della Sera «perché non c’è conferma che nell'ufficio della vittima ci fossero altre persone» – La Nazione «I dubbi derivano soprattutto dal fatto che le indagini non sono state condotte quando avrebbero dovuto esserle»;
il 2 febbraio 2017 vengono presentate nuove istanze di parte dei legali della famiglia Rossi, come riporta AgenzialmPress.it, a firma C. Lamorte: «Istanza per acquisire nuovi elementi – I fazzolettini rinvenuti con il sangue nell'ufficio di Rossi qualora non fossero andati distrutti, (...) i tabulati telefonici non in formato excel, eventuali video delle altre telecamere dentro e fuori Rocca Salimbeni e l'audio del 118. Sono gli elementi per i quali i legali difensori dei familiari dell'ex capo comunicazione di Mps hanno presentato istanza d'acquisizione. La richiesta è stata fatta nel mese di dicembre ma ad ora non abbiamo ricevuto risposta». Il giornalista d'Oltralpe Pierre Jovanovic, sul suo blog ha ricostruito con dovizia di particolari la vicenda. Oltre a quanto evidenziato nell'atto ispettivo citato, cui il Governo ha risposto in modo non soddisfacente, dall'analisi di quanto pubblicato da Jovanovic, emergono ulteriori informazioni agghiaccianti. Dalle foto pubblicate, sono evidenti anomalie e incompatibilità con la ricostruzione effettuata dagli organi inquirenti: dalla ferita lacero-contusa del cranio, agli ematomi sugli arti, alla camicia di ottima fattura, lacerata e strappata. Il video pubblicato oltre a far scaturire interrogativi circa la sua origine, versione e perché esistano diverse versioni, evidenzia manomissione digitale dell'area relativa all'ingresso del vicolo, dove in più occasioni si scorgono ombre di soggetti che stazionano o si protendono verso il vicolo come a verificare le condizioni del Rossi; compaiono proiezioni di luci di stop e fari di svariati automezzi, tali da delineare la presenza di un veicolo parcheggiato davanti l'ingresso del vicolo, in un punto in cui risulta quantomeno sospetta la presenza, alla luce degli eventi. Montepaschi è coinvolta in diverse vicende quanto meno dubbie:
acquisizione di Antonveneta, nulla secondo gli interpellanti in quanto caratterizzata da un vizio di autorizzazione, visto che il costo finale di circa 17 miliardi di euro è macroscopicamente difforme dal prezzo di acquisto di 9 miliardi originariamente autorizzato con delibera 154 del 17 marzo 2008 di Bankitalia a firma Mario Draghi;
b) il verbale ispettivo di Bankitalia e la «Nota di approfondimento trasmessa al Ministro dell'economia e delle finanze (...) in relazione all'audizione del 29 gennaio 2013, tenuta dal Ministro presso le Commissioni riunite finanze di Camera e Senato» nei quali si contestavano numerose irregolarità e difficoltà patrimoniali, in seguito alle attività di vigilanza (L'Inkiesta, 26 gennaio 2013);
c) dissimulazioni in bilancio causate dal «mandate agreement» del derivato Alexandria sottoscritto con Nomura (come evidenziato con evidenziato con l'interrogazione 4-10147 tuttora senza risposta) estinto anticipatamente con ulteriori passività per la banca su sollecitazione di Draghi, divenuto nel frattempo presidente della BCE, mentre doveva esserne fatta valere l'inefficacia per illiceità della causa, visto che conteneva accordi circa la dissimulazione di debiti all'interno dei bilanci di MPS;
gli interpellanti non comprendono come sia possibile che la procura di Siena abbia potuto istruire di propria iniziativa un processo per «divulgazione dei dati personali costituiti dal contenuto delle mail in assenza di un consenso validamente espresso dall'interessato» contro la vedova Tognazzi e il giornalista Vecchi, quando la stessa ha richiesto l'archiviazione per il suicidio di Rossi, senza verificare le palesi anomalie riscontrate, al punto da rischiare una ulteriore archiviazione a distanza di 3 anni «perché non c’è conferma che nell'ufficio della vittima ci fossero altre persone», quando sarebbe bastato acquisire tutti i video di sorveglianza e «triangolare» i telefoni dei presenti all'interno della banca con i soggetti palesemente apparsi nell'unico video recuperato, comunque manomesso in quanto incompleto;
andrebbe approfondita la mancata raccolta di tutte le informazioni necessarie a dirimere le evidenti e palesi anomalie intercorse nelle indagini sulla morte di David Rossi, personaggio chiave del management di MPS, al fine di rassicurare i cittadini italiani circa l'efficienza della giustizia italiana, sanando situazioni che agli interpellanti appaiono, nei fatti, lesive dell'immagine di tutta la magistratura. se intendano:
a) adoperarsi, per quanto di competenza, affinché ogni elemento utile a chiarire la vicenda che sia in possesso del Governo sia fornito alla magistratura;
b) valutare i presupposti per promuovere l'avvio di iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari coinvolti;
c) assumere iniziative di competenza per tutelare la Nazione e la stabilità economica, oltre che i risparmi dei cittadini italiani truffati dalle vicende che hanno visto il crollo di ogni valore mobiliare connesso alla banca MPS, alla luce delle imposizioni patrimoniali che la Banca centrale europea sta pretendendo dall'istituto, per il quale lo Stato sta intervenendo a proprie spese e a proprio rischio, a garanzia dei diritti costituzionali; d) verificare, per quanto di competenza, ogni collegamento di Mps e David Rossi con il Ministero dell'interno, alla luce di quanto sopra evidenziato. Nell’Italia dei misteri irrisolti della Repubblica, continueremo a chiedere verità e giustizia per lo ‘strano suicidio’ di David Rossi. I portavoce della Camera:
«Pesco, Alberti, Tripiedi, Villarosa, Cominardi, Di Vita, Ciprini, Baroni, Dall'Osso, Brescia, Di Benedetto, Basilio, Lupo, De Lorenzis, Corda, D'Incà, Brugnerotto, Della Valle, Crippa, Castelli, D'Ambrosio, Nesci, Parentela, Massimiliano Bernini, Gagnarli, L'Abbate, Gallinella, Lorefice, De Rosa, Mannino, Daga, Terzoni, Carinelli, Del Grosso, Sibilia, Grande, Di Battista, Manlio Di Stefano, Spadoni, Sarti, Dadone, Chimienti, Petraroli, Caso, Cecconi».
Elio Lannutti (Presidente Adusbef)
Daniele Pesco (Portavoce del M5S Camera dei Deputati)