Nato e Montenegro: che fare?
Dunque un'altro paese, il Montenegro, bussa alle porte della NATO non con i piedi come si suol dire ma con il cappello in mano.
Fuor di metafora, una new entry che non comporta alcun vantaggio di
carattere tecnico, operativo, geopolitico o di altra natura, bensi
un'altra bocca da sfamare nella ormai troppo variegata compagine
dell'Alleanza. Come non pensare allora all'unica motivazione plausibile a fondamento della candidatura, ossia una nuova provocazione per la Russia? Credo che il nostro governo, una volta tanto, si debba mettere di traverso con chiarezza e nettezza, fuor di qualsiasi cautela o ipocrisia. Va detto chiaramente che alla NATO non servono altri membri, che la NATO si deve semmai interrogare sulla attualità della sua missione, il cui senso sembra del tutto smarrito, se è vero come è vero che il terrorismo non riveste un ruolo significativo nella sua strategia e nella conseguente necessità di ripensare radicalmente l'uso della forza.
Ministro Gentiloni, non usi toni di voce troppo flebili, richiamando
genericamente la possibile reazione di Putin ed il suo ruolo nei
conflitti veri, non in quelli ridicolmente ipotizzati nel nord Europa; dia istruzioni ai nostri a Bruxelles, politici, diplomatici, militari, che questa continua provocazione deve cessare e che, per quanto ci riguarda, ogni candidatura deve essere accuratamente valutata secondo
parametri condivisi, che vadano in direzione di un rafforzamento
dell'Alleanza e nella centralità del suo ruolo ai fini della pace e
della stabilità, esattamente il contrario della provocazione, di ieri
e di oggi, e della destabilizzazione dei difficili equilibri est ovest. Se questa valutazione non la convince, si faccia raccontare dai suoi o portare tutti i precedenti ufficiali ed informali della dialettica
interna di Bruxelles e vedrà che non ci sono altre letture possibili
se non quella di una insistente, fastidiosa e scellerata pressione,
sopratutto da parte di alcuni paesi ben identificabili, per l'allargamento della alleanza a tutti i paesi il cui ingresso Putin, a torto o a ragione, percepisce come ostile e contrario alla sua sicurezza. La NATO non è l'Europa, non ci siamo ancora incaprettati, e della nostra volontà, se espressa chiaramente e nelle sedi opportune, non si potrà non tener conto: lo faccia signor Ministro, gliene sarà certamente grato l'interesse nazionale e chi ha davvero a cuore la pace e la stabilità.
Leonardo Tricarico
*ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, già Consigliere Militare del
Presidente del Consiglio dei Ministri (1999-2004) e attuale Presidente della Fondazione Icsa