"Posso hackerare cellulari e pacemaker": parola del renzianissimo Carrai
Ps, ma Carrai non faceva meglio a stare zitto?
«La mia squadra oggi è in grado di hackerare un pacemaker. Io stesso ho dimostrato, in un incontro riservato, di potere hackerare un telefono cellulare». Sabato sera al Caffè Versiliana Marco Carrai, imprenditore ed esperto di cybersicurezza, nonché grande amico di Matteo Renzi, ha pronunciato queste parole, scrive il corriere della sera.
Dottor Carrai, ha detto così perché avrebbe voluto essere a capo dell' unità di cybersecurity di Palazzo Chigi?
«No, guardi. All' epoca il governo mi chiese se fossi disponibile, io dissi di sì, ma poi non se ne fece più nulla perché si sollevò un polverone di polemiche. Ma io non do la colpa a Matteo Renzi» Ma alla Versiliana ha anche detto che senza la sua nomina ha perso l' Italia.
«Non ho detto così, ma che non mi sento uno sconfitto. Di certo la polemica sul mio nome almeno è servita per fare sollevare il problema e che è necessario un coordinamento serio sulla cybersecurity. Renzi e i suoi collaboratori lo avevano capito molto bene e prima di tanti altri nel mondo e il governo Gentiloni con il nuovo decreto della Presidenza del Consiglio ha continuato su questa giusta strada peraltro già tracciata dai precedenti governi».