Palazzi & potere

Quirinale allarmato per la deriva della campagna referendaria

Repubblica conferma le indiscrezioni di Affari; Mattarella chiede di moderare i toni

Oggi si rivedono per il consiglio supremo di Difesa. Ma ieri pomeriggio Matteo Renzi e Sergio Mattarella hanno parlato soltanto del referendum del 4 dicembre.
All' indomani del momento più duro dello confronto elettorale, culminato negli insulti di Beppe Grillo ("scrofa ferita" e "serial killer"), il Quirinale è sempre più preoccupato dai toni e dalle parole della campagna, compresi gli argomenti, meno violenti, usati dai sostenitori del Sì (il salto nel buio, le elezioni anticipate, il disastro sui mercati). C' è bisogno, scrive Repubblica, di rimettere la propaganda - legittima, fisiologica - nei binari della correttezza, fuori da quelli dell' Armageddon. «Non ho intenzione di fare appelli pubblici, ma è importante abbassare il volume», è stato il succo del discorso di Mattarella.
Per questo il premier è stato convocato dal presidente della Repubblica.

Subito dopo il colloquio al Colle, Renzi ha rilasciato dichiarazioni concilianti, rifiutandosi di replicare ai nuovi epiteti coniati dal comico dei 5 stelle e ribadendo un concetto che è molto caro a chi deve pensare alla tenuta del sistema il 4 dicembre ma anche il 5: «Non arrivano le cavallette dopo il referendum. Dobbiamo andare al voto con leggerezza. E basta rispondere a chi ci chiama scrofe ferite», sono state le parole del premier. Toni distensivi, direttamente collegati all'incontro di un' ora al Quirinale, continua Repubblica.