Palazzi & potere
Rai, la lunga notte della Vigilanza: Foa e Salini nel mirino
Rai, la lunga notte della Vigilanza. Foa e Salini nel mirino: il retroscena
"Presidente Foa, lei avrebbe dovuto respingere la lettera personale inviata dal presidente Barachini, invece con aria compiaciuta ha messo un timbro notarile sull'intera operazione - ha detto ieri sera il vicepresidente della Vigilanza Rai Primo Di Nicola, del MoVimento 5 Stelle -. Lei avrebbe dovuto lasciare la liberta' ai giornalisti, invece si e' fatto garante e notaio di una vera debacle informativa. Io ho votato la sua elezione e in qualche occasione ho difeso il suo operato, ma si ricordera' che dissi che l'avrei giudicata in base al suo operato". "Il piano industriale e' fermo - ha detto invece la capogruppo del Pd, Valeria Fedeli - E' chiaro che bisogna riconsiderare il piano industriale per accompagnare questa seconda fase nella quale e' importante avviare davvero un rilancio della Rai. Dentro questa riorganizzazione noi dobbiamo valorizzare assolutamente il personale interno della Rai. La domanda a questo proposito che rivolto all'amministratore delegato e': c'e' intenzione di valorizzare tutte le risorse della Rai? Anche quelle che sono li' a disposizione e che avevano precedenti incarichi?''. Anche il Pd, con Francesco Verducci e Davide Faraone, ha preso di mira il presidente Rai, Marcello Foa, ricordando che "in questa fase di emergenza ci sono sei milioni in piu' di persone secondo Eurobarometro che seguono la tv, ma la gran parte di questi si rivolgono alla tv commerciale". La Lega da par suo ha sottolineato che "la gestione Carboni e' disastrosa sia per la programmazione sia per dati di share, i peggiori della storia della Repubblica, per il tg dell'ammiraglia Rai. Perche' Antonio Di Bella non viene coinvolto nel progetto di rilancio? Da chi dipende Carboni? Da Rocco Casalino...".
Insomma, doveva essere uno scacco a Foa e invece alla fine se l'è cavata quasi meglio di Salini che ha ammesso candidamente di aver girato la lettera del presidente della Commissione Barachini che chiedeva il riequilibrio dopo la conferenza stampa a reti unificate del Premier Conte al direttore del Tg1 Giuseppe Carboni e a quello di Rai News Antonio Di Bella. E qui nascono i primi dubbi. Perché l'Ad Rai gira una lettera "irrituale", senza dietro un voto della commissione, a direttori del servizio pubblico? E soprattutto, si chiedono al Nazareno, perché Carboni e Di Bella (difeso a spada tratta dai commissari della Lega, e questo ha fatto sorgere molti dubbi nel Pd) hanno poi dato tutto quello spazio nei loro notiziari a Salvini e la Meloni? Su Salini il Pd ha poi rincarato chiedendo quale motivo, in questo periodo di crisi e di difficoltà, non utilizza i tanti giornalisti che sono stati messi da parte da quando in Rai governano Lega e 5Stelle. E cioè, ad esempio, Mario Orfeo, Andrea Vianello, Andrea Montanari, tutti professionisti Rai messi da parte e sostituiti da persone esterne grilline e della Lega. Sempre senza fare nomi, sempre a Salini i commissari del Pd hanno chiesto come mai al Tg1 ci fosse l'esposizione smisurata sempre della stessa persona. Ovviamente ci si riferiva al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, assidua presenza sul tg della reta ammiraglia. Al punto che al Nazareno il Tg1 ormai viene abitualmente chiamato il GiggiUno.