Palazzi & potere
Referendum, banche, governo: parla Carla Ruocco, deputata 5stelle
Referendum, banche, governo: parla Carla Ruocco, deputata 5 stelle e membro del Direttorio
Che ne pensa del referendum costituzionale e di come è stato gestito dalle parti in particolare da Palazzo Chigi?
"I referendum sono un’arma di democrazia per il popolo. Ma quello di Renzi è dannoso perché non realizza risparmi concreti, come si vuol far credere, e in più impoverisce la democrazia complicando peraltro il processo di formazione delle leggi. Insomma, un fallimento su tutta la linea a cui i cittadini dovranno dire no. Ma quello che è peggio è che in questo modo per mesi il Governo è stato proiettato verso questa dannosa riforma e non per quelle utili per il rilancio economico del Paese; gli ultimi dati Istat confermano questo errore di scelta. I cittadini lo sanno e il presidente del Consiglio tenterà in tutti i modi di ostacolare il NO. Renzi ha infatti un problema con la democrazia e lo si vede su come agisce e interpreta la Costituzione; per non parlare poi di leggi e regolamenti. Non mi aspetto quindi che non interferirà con il referendum. Spero non ci saranno fughe in avanti per trasformare questo referendum in uno spezzatino di mini-referendum. Con il solo fine di gestire il risultato. Sarebbe un grave errore che il Paese non gli perdonerebbe".
Pensa che questa riforma costituzionale sia stata ispirata da qualcuno soprattutto a livello internazionale? I mercati ne hanno veramente bisogno per ripartire?
"Per ripartire i mercati hanno bisogno di una guida sicura e Renzi non la rappresenta né la rappresenterà mai. Manca infatti una strategia e quindi altri poteri, magari esterni al Paese, trovano spazio. Non si vede nulla su politiche del lavoro, industriale. Per non parlare poi di banche, finanza e tutela del risparmio. Non sono mai stata per i complottismi. Credo che indirizzi da fuori arrivino quando mancano le idee dentro il Paese. Ogni tanto Renzi si sveglia dal torpore di Palazzo Chigi e si accorge che c’è un problema; si ricorda che è in Europa, va a Bruxelles e sbatte i pugnetti sul tavolo per chiedere qualcosina. Le pare una strategia? Ma perché non si va con competenza a spiegare cosa non funziona nell’euro? Perché non si spiega che non si possono fare le riforme a metà come quella dell’unione bancaria che manca ancora del fondo europeo di tutela dei depositi? Perché non si spiega che sull’immigrazione non è con una “cortina di ferro” fatta in Turchia che è in grado di risolvere il problema? Insomma, per mostrare i muscoli bisogna averli e per averli si devono avere le idee ed una visione poliedrica della realtà. I mercati si accorgono di queste falle e quindi aumentano l’incertezza e magari sperano in qualche eterodirezione".
Cosa servirebbe invece al Paese per rilanciarsi sul serio, sia a livello di riforme economiche politiche che sociali?
"Ripartiamo dalle mie domande che non trovano purtroppo risposte dal Governo. A livello interno, una riforma perequativa come il reddito di cittadinanza per dare fiducia all’economia e far ripartire il mercato del lavoro. Ovviamente la fiducia non basta. Servirebbe condividere un nuovo progetto di Eurozona in cui si trasferiscano risorse finanziarie ai Paesi periferici in difficoltà. E mi creda non è assistenzialismo ma compensazione di una serie di inefficienze conseguenti ad aver unificato solo la politica monetaria. Queste inefficienze drenano ricchezza dai Paesi periferici alla Germania. Non parliamo di qualche spicciolo ma di centinaia di miliardi di euro. Serve, poi, un mercato unico del lavoro, non il jobs act il cui unico scopo è far pagare allo Stato il costo del lavoro per aiutare le nostre imprese a competere con quelle tedesche che hanno un minor costo del denaro grazie ai tassi negativi. I cittadini vengono chiamati con prelievi diretti o indiretti da Renzi a supplire ai problemi di un’Europa mai finita. Mentre invece l’Italia dovrebbe dare il passo di una nuova Europa. Pensi a come siamo stati barbini nella crisi greca dell’anno scorso. La Grecia da sola tenta di far capire con Varoufakis che le cose così non funzionano e noi invece di supportarlo ci smarchiamo per portare a casa qualche spicciolo di flessibilità. Un Governo che non lavora per il Paese ma per guadagnare qualche mese e andare avanti fino alle elezioni. Renzi d’altronde lo ha detto: qualsiasi sia il risultato del referendum si va al 2018. Il re è nudo e non è un belvedere".
Capitolo banche: stante la situazione attuale, cosa deve fare il sistema Italia per uscirne senza troppi danni? Che ne pensa di Etruria e Monte dei Paschi?
"Pretendere non domani ma oggi il completamento dell’unione bancaria. Sono 3 i pilastri: la vigilanza BCE, la gestione delle crisi a livello europeo e il fondo europeo di garanzia dei depositi. I primi 2 pilastri che favorivano i paesi forti indebolendo la nostra sovranità li abbiamo presi. Ma il terzo, cioè il fondo europeo di tutela dei depositi, che consentiva di evitare i danni ai risparmiatori italiani in caso di crisi bancaria dove sta? Eppure era parte degli accordi. Le regole europee valgono solo per sperequare; così non funziona! Manca una bad bank europea che gestisca gli oltre 1000 miliardi di euro di crediti bancari problematici. Sarà pure vero che un terzo sono italiani ma gli altri due terzi sono nel resto dell’area euro. Perché il problema non si affronta e si lasciano gli stati membri al loro destino? Attenzione un destino che è differente in relazione a chi è stato più furbo di altri. Mi spiego c’è chi ha fatto banche direttamente o indirettamente di Stato, come la Germania, la Spagna e la Francia e chi non le ha fatte come l’Italia e ora non lo può fare più. Si deve intervenire. Parliamo ad esempio di Monte dei Paschi di Siena. Immaginiamo che invece di girare a vuoto per 3 anni bruciando 10 miliardi di risparmio dei cittadini con gli aumenti di capitale, avessimo nazionalizzato la banca. Sarebbe stato facile: c’erano i Monti bond che erano stati creati apposta per questo. Ci voleva un po’ di coraggio. Ma Banca d’Italia, Consob, ABI e Governo non ne avevano. Avremmo avuto una banca di Stato e con il supporto dello Stato avremmo potuto intervenire per supportare altre banche in crisi. Altro che “salvataggetti” come quelli delle 4 banche. Chi l’ha detto che non si può più fare? Perché invece di negoziare spiccioli di flessibilità non piantiamo una grana in Europa e diciamo che o MPS diventa una banca di Stato o iniziamo a remare contro? Non dico come la Gran Bretagna ma quasi".
Il centro-destra appare più che mai in mezzo al guado ed in cerca del rilancio mentre il Pd sembra fermo sulle gambe e interamente a rimorchio del premier. Qual è la sua opinione in proposito?
"Il PD è come la balena bianca; una specie in via di estinzione. Anzi è come la balena di Pinocchio con Mastrogeppetto (D’Alema) al suo interno. Vedremo come va a finire. Credo che alla fine dato che per Renzi l’unica cosa che conta sono i social e la comunicazione proseguirà ad usare il grasso della balena per i suoi fini. Ancora una volta, stavolta a proposito del terremoto, si invoca Cantone quasi fosse la panacea di tutti i mali; che opinione ha in merito? Ricordo che Davigo ha usato accenti molto critici. Mi risulta un nuovo progetto per andare su Marte organizzato dalla NASA a cui forse l’Italia darà un contributo di ingegneria. Vedrà che Renzi penserà a Cantone per il coordinamento".
Qualcuno tenterà cinicamente di utilizzare l'emergenza terremoto per rinviare il referendum costituzionale o per anestetizzare l'opposizione?
"Non credo saranno così azzardati. E ovviamente vigileremo affinché questo non accada".