Palazzi & potere

Referendum costituzionale, Economist: 'vince il NO'

Probabile la sconfitta di Matteo Renzi; la sua riforma offende i principi democratici

L'Economist invita a votare "No" nel referendum costituzionale che si terra' il prossimo 4 dicembre e suggerisce la creazione di un "governo tecnocratico" dopo la "probabile" sconfitta di Matteo Renzi. In un editoriale durissimo pubblicato sul nuovo numero - accompagnato da un lunghissimo articolo sulla situazione politica italiana in cui si afferma, tra l'altro, che "sembra probabile che Renzi perda" nel voto referendario - l'autorevole settimanale britannico afferma che "il disegno di Mr. Renzi offende i principi democratici". "A cominciare dal Senato- prosegue - che (nella riforma, nr) non e' eletto. I suoi membri, invece, sono scelti tra i parlamentari regionali e tra i sindaci, laddove le Regioni e i Comuni rappresentano le fette piu' corrotte di governo mentre ai senatori verrebbe garantita l'immunita' da procedimenti giudiziari. Cio' farebbe del Senato una calamita per i politici italiani peggiori". "Al tempo stesso - sottolinea il settimanale - la legge elettorale che Renzi ha fatto approvare per la Camera conferisce un potere immenso a qualunque partito che consegua una maggioranza nella camera bassa e, attraverso diversi meccanismi, garantisce che il piu' grande partito comandera' con il 54% dei seggi mentre il primo ministro avrebbe un mandato per i prossimi cinque anni". Tutto cio', aveva fatto notare l'Economist in un passaggio precedente a quest'ultimo, in "un paese che ha prodotto Benito Mussolini e Silvio Berlusconi, ed e' vulnerabile in modo preoccupante al populismo". Il settimanale rimprovera proprio al presidente del Consiglio di aver sbagliato "mettendo come posta in gioco il futuro del proprio governo in un test sbagliato". "Gli italiani - aggiunge - non vanno ricattati" e "Renzi ha gia' perso due anni con questi rabberciamenti costituzionali". "Sarebbe un disastro se il referendum venisse perduto?, si chiede retoricamente l'editoriale. "Le dimissioni di Mr. Renzi - e' la risposta - potrebbero non rappresentare quella catastrofe che molti in Europa temono. L'Italia potrebbe mettere insieme un governo tecnocratico, come molte volte e' accaduto in passato. Se, tuttavia, la sconfitta referendaria dovesse scatenare la fine dell'euro, significa che la moneta unica era cosi' fragile che una sua distruzione sarebbe stata solo questione di tempo".