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Palazzi & potere
Renzi come Totò: vuole venderci la fontana di Trevi

Non bastavano i prestiti sotto forma di Bot e Btp. Ora gli italiani dovranno pure acquistare pezzi di immobili pubblici per aiutare lo Stato ad abbattere il debito, scrive Libero.

«Presenteremo un' iniziativa», ha annunciato Matteo Renzi al Sole 24 Ore, «che consenta ai cittadini di avere forme di rendimento sicure e solide anche attraverso la partecipazione ai beni immobili e mobili che costituiscono il patrimonio di amministrazione centrale ed enti locali». L' operazione, ha assicurato il segretario Pd in perfetto stile Totò (ricordate la famosa vendita della Fontana di Trevi al povero Decio Cavallo?), «è potenzialmente win win». In altre parole, vincono tutti. Lo Stato perché «riduce i costi del debito e aumenta la credibilità del Paese», i cittadini perché potranno avere «una forma di rendimento sicura». Sul beneficio per lo Stato ci sono pochi dubbi. Quello dei contribuenti, però, è tutto da vedere.

L'idea di una grande Siiq pubblica (un fondo immobiliare quotato) a cui conferire gli asset delle varie società del Tesoro che oggi si occupano della valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico (Invimit sgr, Cdp Investimenti Sgr e Cdp Immobiliare) era già circolata un paio di anni fa. Renzi aveva messo sul dossier i due manager della Cassa depositi e Prestiti, Fabio Gallia e Claudio Costamagna. E l' ipotesi fu esplicitamente confermata, alla fine del 2015, dall' allora ad di Cdp Immobiliare, Giovanni Paviera: «Per adesso ci stiamo lavorando internamente, senza l' ausilio di advisor».

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