Renzi, Delrio e la sòla delle province; rottamati i cittadini, non gli sprechi
Province al voto ma senza la partecipazione dei cittadini: i consigli provinciali, infatti, saranno eletti con le regole previste dalla riforma Delrio del 2014, quindi "di secondo grado". A votare saranno i sindaci e i consiglieri comunali della provincia interessata. Ma non tutti i voti espressi valgono allo stesso modo. Il voto e' ponderato secondo il numero di abitanti che il singolo consigliere comunale o sindaco e' chiamato a rappresentare. Le elezioni riguarderanno i soli consigli regionali, dato che i presidenti sono stati eletti nel 2014 e rimarranno in carica fino al 2018 (la durata dell'incarico del Presidente e', infatti, di 4 anni mentre quella del consiglio di soli 2 anni). Sono 38 le province al voto: Ancona, Ascoli Piceno, Belluno, Brescia, Brindisi, Chieti, Como, Foggia, Forli'-Cesena, Frosinone, Grosseto, Isernia, La Spezia, Latina, Lecce, Lecco, Livorno, Matera, Monza e Brianza, Novara, Padova, Perugia, Pesaro e Urbino, Pescara, Pisa, Pistoia, Potenza, Prato, Rieti, Rovigo, Salerno, Savona, Siena, Taranto, Teramo, Terni, Verona, Verbano Cusio Ossola, Vicenza. I consiglieri da eleggere sono 16 nelle province con piu' di 700.000 abitanti, 12 nelle province intermedie e 10 consiglieri nelle province con meno di 300.000 abitanti. Un sistema ideato in attesa dell'abolizione totale delle Province, contenuta nella Riforma Costituzionale Renzi-Boschi, poi tramontata per la vittoria del No al referendum del 4 dicembre.