Palazzi & potere

Riforma costituzionale e trasparenza amministrativa: parla Malinconico

"Al di là degli argomenti dei due fronti del si è del no, il paese appare diviso; credo che l'aspetto più critico è che si arriva al referendum costituzionale come una "presa di posizione" della maggioranza. Non c'è stata condivisione. Se ci fosse stata un'assemblea costituente, ad esempio, ci saremmo arrivati in modo meno frammentato. La costituzione è di tutti e deve essere condivisa. Questo è l'aspetto più critico e lo fa diventare oggetto di battaglia politica". A parlare è Carlo Malinconico già segretario generale della presidenza del Consiglio con Romano Prodi (2006-2008), sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Monti con delega all'editoria, presidente della Federazione degli editori, presidente dell'Audipress e potremmo continuare a lungo.
Entriamo nel merito della riforma costituzionale, pro e contro: "tra i contro di sicuro la mortificazione del parlamento nel combinato disposto con la legge elettorale. Questo è l'argomento più preoccupante: un Parlamento di nominati rende più debole il bilanciamento nei confronti del governo.
Dal punto dei vista dei "pro" il fatto che la riforma risponde alle esigenze concrete della politica odierna (penso al bipolarismo), rende la costituzione al passo coi tempi, sveltendo e accelerando le procedure. Altro punto a favore è senz'altro la revisione del Titolo V della Costituzione. In nome di un malinteso senso dell'autonomia spesso si sono giustificati comportamenti non virtuosi.
A proposito invece di comportamenti virtuosi, le nuove norme sulla trasparenza aiuteranno a migliorare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione?
È una strada necessaria per il paese, che ci viene dettata anche da istituzioni e standard internazionali. La riforma che si sta attuando in Italia forse è un po' troppo prudente, il compromesso che si è trovato può portare a contenziosi, dato che si prevede discrezionalmente la possibilità di dire sì o no all'accesso agli atti. Sarebbe stata utile una minore discrezionalità.
I dati in quanto pubblici andrebbero sempre pubblicati tutti a prescindere dalle richieste dei cittadini.