Rosatellum, D'Alema ha ragione sui 'nominati'. E mò a Renzi chi lo dice....?
D'Alema ha sostanzialmente ragione quando sostiene che, con il Rosatellum, i due terzi dei parlamentari sarebbero scelti dai partiti e non direttamente dagli elettori, scrive Pagella Politica per AGI. Anche se il suo e' piu' un giudizio politico che giuridico. L'ex presidente del consiglio e leader degli scissionisti del Pd confluiti in Mdp-Articolo 1, Massimo D'Alema, ha dichiarato il 9 ottobre, rispondendo ai cronisti a margine di un incontro alla Camera del Lavoro di Milano: il Rosatellum bis "e' una legge con cui due terzi dei deputati sono nominati dai capi partito".
D'Alema esprime un giudizio politico, piu' o meno condivisibile, che si basa su un dato reale: i due terzi circa dei deputati saranno eletti col sistema proporzionale, senza preferenze. E' vero che il listino "corto" dovrebbe garantire una maggior conoscibilita' dei candidati da parte degli elettori, tuttavia la differenza con l'uninominale - dove e' centrale la figura del candidato - resta macroscopica. Si puo' infatti sostenere che il candidato nell'uninominale, scelto dai partiti, sia eletto direttamente dagli elettori, che ne barrano il nome. Invece il candidato nella lista proporzionale plurinominale, scelto dai partiti, viene eletto solo indirettamente dagli elettori, che barrano la lista del partito politico.